Asma: il Ruolo della Riabilitazione Posturale

Asma

Cos’é l’Asma?

L’Asma è una patologia cronica di natura infiammatoria che colpisce le vie aeree, provocandone l’ostruzione temporanea e quindi notevoli difficoltà respiratorie soprattutto a livello bronchiale.

Si parla infatti di Asma Bronchiale in quanto i principali disturbi sono a carico di questa parte anatomica dell’apparato bronco-polmonare, dove i processi flogistici sono profondi e intensi.

A causa dell’infiammazione, infatti, i bronchi si riempiono di liquido e tendono a contrarsi, bloccando il regolare flusso d’aria inspirata ed espirata e riducendo gli spazi disponibili.

Questo disturbo deriva, nella maggioranza dei casi, dalla sensibilizzazione dei bronchi verso specifici allergeni, come pollini, sostanze inquinantifumo, prodotti chimici e altro.

L’Asma Allergica determina una profonda alterazione delle fisiologiche risposte respiratorie, per cui il paziente entra in uno stato patologico definito “fame d’aria” che si traduce nella impossibilità di respirare correttamente.

A causa di una simile iper-reattività bronchiale, i soggetti Asmatici non riescono a consentire un adeguato flusso d’aria con i polmoni che di conseguenza non possono disporre della giusta quantità di ossigeno da cedere al sangue venoso.

Proprio per questo motivo il principale rischio di questa malattia è l’anossia, consistente nella carenza (talvolta assenza) di ossigeno ematico.

Eziopatogenesi dell’Asma

Quando si parla di Asma non è possibile definire con assoluta precisione un’unica causa scatenante poiché si tratta di un disturbo multifattoriale, in cui si sommano problemi endogeni (allergie) ed esogeni (allergeni).

La famigliarità è senza dubbio uno dei fattori predisponenti più significativo poiché spesso accade che in un medesimo gruppo famigliare vi siano più persone asmatiche.

D’altra parte, il ruolo degli allergeni è particolarmente significativo: basti pensare che per alcuni paziento è sufficiente anche un fugace contatto con una sostanza sensibilizzante per scatenare crisi d’Asma molto intense.

Acari, virus e batteri sono i microrganismi maggiormente coinvolti nella genesi dell’Asma allergico, soprattutto in condizioni di immunodeficienza del soggetto.

Molti farmaci, tra cui betabloccanti, FANS e aspirina, possono provocare attacchi significativi, indipendentemente dallo stato fisico dell’individuo: infatti gli attacchi asmatici spesso si scatenano “a ciel sereno” ovvero in condizioni di perfetto benessere.

Lo sport è uno stimolo che, su soggetti predisposti, si comporta come fattore scatenante: in tal caso si parla di Asma Sportiva, che si acutizza in seguito a sforzi estremi e prolungati.

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I fattori di rischio per una crisi Asmatica sono di 2 tipi:

  • individuali
  • ambientali

fattori individuali, fortemente condizionati dal patrimonio genetico e dalla famigliarità, comprendono:

  • iper-eccitabilità delle vie aeree
  • peso corporeo
  • atteggiamenti Posturali
  • stile di vita
  • atopia
  • predisposizione

Tra questi l’atopia è una sindrome che colpisce circa il 15% della popolazione mondiale e che si manifesta con iper-produzione di immunoglobuline IgE, che sono anticorpi deputati alla difesa dell’organismo nei confronti di germi patogeni.

I soggetti atipici si caratterizzano per un’eccessiva concentrazione ematica di IgE, che pertanto svolgono la loro azione in maniera inadeguata, attaccando elementi “self” (propri dell’individuo).

Questa massiccia quantità di IgE innesca poi la sintesi di linfociti T e di istamina, che sono i composti direttamente responsabili delle crisi Asmatiche.

• I fattori ambientali sono:

  • presenza di allergeni
  • sostanze sensibilizzanti
  • fumo attivo e passivo
  • inquinamento
  • infezioni ricorrenti dell’apparato respiratorio
  • alimentazione povera di antiossidanti
  • abuso di farmaci
  • stile di vita sedentario e in ambienti chiusi

Secondo numerose ricerche scientifiche esisterebbe uno stretto rapporto tra Asma e Reflusso Gastro-Esofageo, dato che l’insorgenza degli attacchi avviene prevalentemente di notte, mentre il soggetto si trova in posizione distesa e subisce l’incontinenza dello sfintere gastro-esofageo.

È proprio il passaggio di piccole quantità di cibo dall’esofago alla trachea a scatenare una reazione allergica responsabile del blocco ostruttivo respiratorio.

Epidemiologia dell’Asma

L’Asma è una malattia molto diffusa nella popolazione di tutte le età, dato che può comparire fin dalla prima infanzia (Congenita) oppure svilupparsi più tardi (Asma Reattiva).

Si pensa che tra il 5% e il 15% delle persone possano essere soggette a crisi Asmatiche (sporadiche oppure ricorrenti) e che il 10% siano bambini, a conferma della diffusione del disturbo in età pediatrica.

Le stime epidemiologiche non sempre sono attendibili dato che molti casi di Asma non vengono correttamente diagnosticati in quanto confusi con altre problematiche respiratorie (influenza, tosse).

Secondo l’OMS, si tratta di una delle patologie più diffuse nel mondo, in quanto le più recenti statistiche parlano di oltre 250 milioni di pazienti, con un’incidenza di uno su 20.

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In Italia si stima che gli Asmatici siano circa 30 milioni, un valore in costante e inarrestabile incremento.

I decessi associati alla malattia sono oltre 250mila all’anno, di cui il 50% sono adulti e l’80% sono bambini.

Nel nostro paese 9 milioni di persone si ammalano ogni anno di Asma, un valore corrispondente al 20% della popolazione.

L’andamento nel tempo della progressione morbosa indica purtroppo un costante e sensibile aumento di casi.

Sintomi dell’Asma

Questa patologia non è quasi mai diagnosticata precocemente dato che i suoi sintomi possono venire confusi con altri disturbi respiratori, per cui anche il piano terapeutico risulta tardivo e quindi richiede più tempo per funzionare.

Le persone che lamentano tossedifficoltà respiratorie e malessere generalizzato ritengono di essere influenzati e pertanto spesso non chiedono neppure un consulto medico, procedendo a curarsi in autonomia.

Questo errore di base è la principale causa del peggioramento dell’Asma che, per migliorare, presuppone invece una diagnosi precoce e mirata all’identificazione delle sue cause.

Tutti i soggetti predisposti (soprattutto per famigliarità) dovrebbero recarsi dal medico non appena manifestano sintomi che potrebbero essere di natura Asmatica.

I sintomi dell’Asma allergico sono:

Tosse Stizzosa: una manifestazione che può essere più o meno persistente, ma che è sempre associato a difficoltà respiratorie, soprattutto in fase espiratoria.
Si tratta di un particolare tipo di tosse ostinata, secca e persistente, a volte incessante, che non produce catarro, ma soltanto irritazione all’albero respiratorio;

Respiro Sibilante: caratterizzato da continui rumori respiratori che si sovrappongono al normale ritmo respiratorio e che assomigliano a fischi (causati dall’oscillazione delle pareti alveolari).
I sibili, che sono più evidenti in fase espiratoria, derivano dall’aumanto di pressione intratoracica, responsabile del restringimento delle vie aeree;

Fiato Corto: tipico della dispnea ostruttiva, che insorge tutte le volte in cui i bronchi si restringono innescando una sgradevole percezione di impossibilità a respirare, spesso accompagnata da blocco della salivazione (riflesso neuro-vegetativo);

Secchezza delle Fauci: riguardante innanzi tutto la bocca (per la minima quantità di saliva) e poi la gola e la prima parte della laringe, dove le cellule ciliate perdono progressivamente la capacità di secernere muco, diventando disidratate e inattive;

Naso Chiuso: che può dipendere anche da un’ipertrofia secondaria delle mucose rino-faringee innescata dal contatto con gli allergeni.
Questo problema peggiora moltissimo lo stato di salute del paziente che si trova a non respirare né dalla bocca né dal naso;

Arrossamento Oculare: causato spesso dalla rottura di piccoli capillari in seguito agli sforzi per consentire all’aria di passare attraverso le prime vie aeree.

In presenza anche di un unico sintomo di questo genere sarebbe buona norma consultare il medico che, mediante una semplice visita, è in grado di auscultare il ritmo del respiro evidenziando eventuali suoni anomali (fischi) oppure la presenza di blocchi ostruttivi.

L’Asma è una malattia da non sottovalutare perché, se non viene diagnosticata tempestivamente, tende a cronicizzare, alternando periodi di apparente benessere con altri di intensi peggioramenti.

Pertanto è necessario rivolgersi al medico in presenza dei seguenti segnali:

  • frequenti episodi di respirazione sibilante
  • tosse stizzosa non collegabile a influenza
  • difficoltà respiratoria dopo sforzi poco intensi
  • sintomi non collegati alla stagionalità
  • sintomi persistenti per mesi
  • aggravamento in presenza di polveri e inquinanti
  • aggravamento dopo attività sportive
  • coinvolgimento psico-fisico
  • peggioramento in caso di fumo attivo o passivo
  • raffreddore che impiega più di 10 giorni per risolversi

In simili condizioni bisogna sottoporsi a una visita specialistica che, mediante l’utilizzo di spirometro e l’analisi di alcuni valori ematici (VES e PCR) può rivelarsi utilissima.

Una volta diagnosticata con certezza, questa malattia può essere curata in maniera mirata e spesso risolutiva, dato che anche se la guarigione in molti casi non è possibile, è comunque possibile gestire ampiamente la sintomatologia, garantendo al paziente una qualità di vita più che accettabile.

Terapia dell’Asma

La terapia della Bronchite Asmatica prevede due differenti approcci: da un lato cure sintomatiche (che servono per attenuare i disagi del disturbo) e d’altro lato cure di fondo (che agiscono sulla matrice infiammatoria).

Per sua natura l’Asma è una malattia cronica che, come tale, può non guarire, ma che può essere mantenuta sotto controllo poiché si caratterizza per fasi (anche lunghe) asintomatiche alternate a riacutizzazioni (anche gravi).

I farmaci di fondo sono quelli da assumere sempre, anche in mancanza di sintomi, dato che la loro azione è finalizzata a prevenire le acutizzazioni.

broncodilatatori sono le medicine d’elezione per il trattamento dell’Asma in quanto, come indica il termine, consentono di mantenere aperti i bronchi, minimizzando il rischio di crisi ostruttive.

Un simile andamento altalenante del disturbo spesso autorizza il paziente a sospendere questi farmaci, nell’illusione di non averne più bisogno.
In realtà la continuità della cura è il presupposto fondamentale per scongiurare pericoli di aggravamenti.

Ogni volta che insorge una riduzione del calibro dei bronchi, si verifica una diminuzione nell’apporto di ossigeno ai tessuti, provocando un danno che si somma a quelli precedenti e aggravando quindi il quadro clinico del paziente.

La grande rivoluzione farmacologica che ha consentito di curare l’Asma con ottimi risultati è stata il cortisone, un composto broncodilatatore con prestazioni immediate fin dall’assunzione.

Se utilizzato per via inalatoria, questo rimedio permette ai bronchi di dilatarsi istantaneamente evitando l’insorgenza della crisi respiratoria.

Dall’avvento dei cortisonici si è notata una netta diminuzione dei ricoveri ospedalieri in quanto i pazienti possono intervenire tempestivamente ai primi sintomi rimanendo a casa propria senza correre rischi.

Il principio attivo (che può essere a breve oppure a lunga scadenza) agisce rilassando la muscolatura liscia e quindi impedendo l’ostruzione dei bronchi derivante dalla contrazione di tali miofibrille.

Il cortisone, tuttavia, deve essere associato a medicinali antinfiammatori non steroidei, il cui ruolo è quello di controllare l’infiammazione delle mucose evitandone l’ipertrofia funzionale.

Se impiegato per inalazione, il cortisone non provoca nessun effetto collaterale, come invece avviene quando viene introdotto per via orale.
Ecco perché simili trattamenti hanno segnato un’importante svolta nella cura della Tosse Asmatica.

Anche gli anticolinergici (che agiscono sul controllo nervoso della muscolatura bronchiale) e la teofillina sono preparati ampiamente utilizzati.

Relazione tra Asma e Postura

L’Asma è una patologia respiratoria che coinvolge il Diaframma e i Muscoli Intercostali, organi responsabili della dilatazione e compressione dei polmoni.

Esiste pertanto un collegamento tra l’assetto Posturale e il funzionamento dei muscoli respiratori, che si ripercuote notevolmente sui problemi Asmatici.

Migliorando il rapporto con la respirazione è infatti possibile intervenire sulla gestione delle crisi Asmatiche.

La classica Triade di Sintomi Asmatici comprende:

  • edema infiammatorio
  • broncospasmo
  • ipersecrezione bronchiale

Una corretta posizione del corpo nello spazio contribuisce a mantenere in asse la colonna vertebrale e di conseguenza a ottimizzare il funzionamento dei muscoli ad essa collegati, come appunto quelli intercostali e il diaframma.

Le persone affette da Vizi Posturali, con rachide incurvato anteriormente spesso comprimono il diaframma in maniera eccessiva e inadeguata, limitando la capacità respiratoria.

Una Postura non fisiologica incide notevolmente anche sulla cassa toracica, dove si inseriscono i muscoli intercostali esterni e interni, fautori, insieme al diaframma, degli atti inspiratori ed espiratori.

La Posturologia offre un valido aiuto agli Asmatici con le sue tecniche meccaniche, in grado di normalizzare le strutture ossee (costole e rachide) e muscolari (diaframma e muscoli respiratori accessori).

Anche la componente nervosa, che controlla la muscolatura viscerale, può incidere non soltanto su un corretto funzionamento di bronchi e polmoni, ma anche sull’irrorazione sanguigna e quindi sull’ossigenazione dell’organismo.

Mantenendo una Postura Fisiologica (colonna vertebrale perpendicolare all’appoggio e scapole aderenti alla schiena), il torace e la porzione addominale del corpo funzionano al meglio, garantendo a bronchi e polmoni tutto lo spazio disponibile di cui necessitano, soprattutto nei pazienti Asmatici.

Ripristinando la conformità massima della gabbia toracica, il movimento respiratorio migliora in tempi brevissimi, poiché la muscolatura non subisce contratture anomale ma svolge una normale alternanza tra contrazioni e rilassamento.

Un altro meccanismo fisiologico estremamente efficace sui pazienti Asmatici, si riferisce al controllo dell’Innervazione Parasimpatica sul Diaframma e sulla muscolatura accessoria.

Le Fibre Ortosimpatiche hanno origine nei primi cinque segmenti toracici del midollo spinale, per arrivare alle giunzioni costo-vertebrali del torace: proprio per questo motivo, una Postura corretta ripristina il movimento dello scheletro, della muscolatura e della funzionalità respiratoria.

Un altro vantaggio offerto dalla Posturologia ai pazienti Asmatici è quello di riequilibrare il flusso emato-linfatico afferente ed efferente sull’albero bronchiale.

È risaputo che l’Asma deriva anche da un accumulo di fluidi ristagnanti a livello delle vie aeree superiori, dei bronchi e dei polmoni; l’obiettivo da raggiungere (mediante mirati esercizi Posturali) è quello di ridurre la congestione dei vasi linfatici, liberando le vie aeree degli ammalati.

Il ruolo della Rieducazione Posturale

Per migliorare le condizioni dei pazienti Asmatici, è indispensabile intervenire sul diaframma, stimolando la cosiddetta “respirazione diaframmatica“, che consente di introdurre ed emettere aria utilizzando soltanto questo muscolo.

L’esercizio più idoneo è quello di far aderire il corpo a una parete, mantenendo i piedi leggermente distanziati e le braccia lungo i fianchi.

A questo punto si devono effettuare inspirazioni ed espirazioni lente e regolari, concentrando la forza muscolare soltanto sul diaframma.

Per controllare la mancanza di respiro, si può eseguire la respirazione con labbra increspate, che consente di velocizzare il movimento dell’ossigeno verso i polmoni e quello dell’anidride carbonica verso l’esterno, rallentando la frequenza e mantenendo la bocca semi-chiusa (le labbra devono essere contratte come quando si fischia).

Un altro esercizio Posturale da ripetere nel momento di massima difficoltà respiratoria è quello di spostare il busto in avanti, appoggiando i palmi delle mani sul pavimento e assumendo una posizione ad angolo retto.

In questo modo, la muscolatura intercostale diaframmatica non è sottoposta alla forza di gravità e quindi è più libera di contrarsi e rilassarsi in maniera fisiologica.