Per funzionare bene il corpo umano ha bisogno di nutrimento, di una corretta gestione dello stress e di esercizio fisico costante. Quest’ultimo in particolare è importante perché in grado di prevenire condizioni fastidiose e potenzialmente dannose, quali l’obesità, la perdita d’energia, la stanchezza cronica e la debolezza muscolare. Col passare del tempo, l’esercizio può anche apportare effetti auspicabili come l’aumento della massa magra e della forza, il miglioramento della resistenza e una maggiore fiducia in se stessi. Dolori articolari, astenia e debolezza muscolare, spesso presenti nelle persone con il Lupus Eritematoso Sistemico, possono causare inAttività Fisica e una progressiva riduzione dell’esercizio. Certo, riposarsi è fondamentale nell’ottica della gestione della stanchezza. In condizioni particolari, può essere utile incrementare la durata del riposo, ma resta importante individuare il giusto equilibrio tra riposo sufficiente ed eccessivo. Troppo riposo può danneggiare i muscoli, le articolazioni, le ossa e condizionare negativamente la forma fisica. Inoltre, l’assenza di esercizio può essere accompagnata da un progressivo aumento di peso, da dolori muscolari inaspettati e/o da un rapido calo della forza e della resistenza. Ma cerchiamo di capire meglio cos’è il Lupus Eritematoso Sistemico e in che modo arginarne i sintomi tramite il ricorso all’Attività Fisica.
Cos’è il Lupus Eritematoso Sistemico?
Il Lupus Eritematoso Sistemico (LES) è una patologia del connettivo caratterizzata da manifestazioni eritematose al livello della cute e delle mucose, da un’elevata sensibilità alla luce solare e dal progressivo coinvolgimento sistemico della maggior parte degli organi.
Tra questi figurano il rene, il sistema nervoso centrale, le articolazioni, il sistema emopoietico e le sierose. Esistono diverse forme di lupus:
- il Lupus Cutaneo, caratterizzato soprattutto da manifestazioni cutanee (raramente evolve in forme sistemiche), le cui varianti principali sono il Lupus Discoide e il Lupus Cutaneo Sub-acuto
- il Lupus Neonatale, provocato dal trasferimento trans-placentare degli anti-SSA che possono causare nei neonati manifestazioni cutanee eritematose transitorie o blocchi atrio-ventricolari permanenti
- il Lupus indotto dai farmaci, caratterizzato dalla presenza degli anticorpi anti-istone
Epidemiologia
Il Lupus Eritematoso Sistemico colpisce più spesso le donne, con particolare riferimento a coloro che hanno un’età compresa tra 15 e 40 anni. Il rapporto d’incidenza tra donne e uomini è di 9:1. A volte si verificano casi di familiarità, ma più spesso si tratta di una malattia sporadica, indotta da cause interne o esterne.
Eziopatogenesi
Non esiste una singola causa specifica alla base dell’insorgenza del LES. Sono stati descritti, infatti, numerosi fattori di rischio eziologici, sia ambientali che genetici.
Le ricerche effettuate indicano l’esistenza di una predisposizione genetica, anche se al momento non è stato identificato nessun gene causale specifico. Attualmente, quindi, le cause della malattia non sono note, sebbene si ritenga che alla base ci sia un’alterata clearance delle cellule apoptotiche con una conseguente reazione autoimmune nei confronti del DNA e degli antigeni intracellulari. Nella patogenesi è coinvolta anche l’esposizione degli antigeni intracellulari ai raggi UV; non a caso, l’esposizione al sole nei pazienti con lupus può causare manifestazioni cutanee o riattivazioni della malattia. Inoltre, la diversa incidenza della patologia tra donne e uomini sembra possa essere legata a fattori epigenetici ed ormonali.
Sintomi Lupus Eritematoso Sistemico
Tra i sintomi iniziali del Lupus Eritematoso Sistemico figurano febbre e stanchezza. Col passare del tempo, è possibile assistere ad ulteriori manifestazioni patologiche, quali insorgenza di rash cutanei sul volto, tipicamente a forma di farfalla, lesioni rosso-violacee del palato duro e al livello delle mucose nasali, alopecia areata con perdita diffusa dei capelli, lesioni eritematose nelle zone esposte al sole, vasculite cutanea. Come accennato poc’anzi, il lupus è una malattia sistemica, in grado di colpire numerosi organi e distretti. È possibile, ad esempio, un coinvolgimento dei reni, con conseguente sindrome nefritica e nefrosica. La prima è un insieme di segni e sintomi conseguenza di un’infiammazione dei glomeruli del rene (glomerulonefrite), mentre la sindrome nefrosica è una vera e propria patologia del rene. Se il lupus coinvolge anche le articolazioni, può dar vita ad artrite e artralgie. In caso di coinvolgimento del sistema emopoietico, invece, è possibile assistere alla progressiva comparsa di leucopenia (il numero di globuli bianchi nel sangue è inferiore alla norma), anemia emolitica (malattia caratterizzata dalla distruzione dei globuli rossi, che vengono attaccati dagli anticorpi) e piastrinopenia (condizione in grado di causare difetti nella coagulazione del sangue e manifestazioni emorragiche di vario tipo, che si verifica quando il numero di trombociti nel sangue è inferiore a 150.000/mm3).
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Qualora il LES dovesse coinvolgere anche il sistema nervoso centrale, allora potrebbe causare la comparsa di deficit di concentrazione, psicosi e crisi epilettiche. Infine, il coinvolgimento delle sierose può dar luogo a pericarditi e pleuriti.
Terapia
Trattamento Farmacologico
Il trattamento della fase acuta della malattia e delle manifestazioni d’organo più rilevanti prevede l’uso di farmaci corticosteroidi per via orale o endovenosa, dapprima a dosi elevate, quindi alla più bassa dose sufficiente a controllare la malattia. Gli antimalarici come l’idrossiclorochina sono generalmente ben tollerati e costituiscono la terapia di fondo dei pazienti con Lupus Eritematoso Sistemico, essendo in grado di ridurre la frequenza delle nuove manifestazioni, così come il peggioramento di quelle già esistenti. Inoltre, questi farmaci si sono distinti nel controllo delle manifestazioni articolari e cutanee e possono essere usati anche in gravidanza. È possibile associare l’uso di antimalarici con quello di:
- metotrexate, utilizzato in caso di manifestazioni artritiche che non rispondono bene agli antimalarici
- micofenolato mofetile, utile sia durante la terapia di induzione (cui si ricorre per controllare meglio la malattia all’esordio) sia durante la terapia di mantenimento della glomerulonefrite
- ciclosporina, che serve a controllare la glomerulonefrite membranosa
- immunosoppressori come la ciclofosfamide, fino a pochi anni fa usata nel trattamento della glomerulonefrite lupica- azatioprina, usata come terapia di mantenimento al termine del trattamento delle fasi acute e delle principali manifestazioni della malattia
Sono attualmente in fase di studio diversi farmaci biologici per il trattamento del lupus. Da qualche mese è disponibile in commercio un anticorpo monoclonale (Belimumab), efficace nel controllare il lupus attivo. In qualche caso, può essere utilizzato anche il rituximab, un farmaco biologico in grado di colpire i linfociti B.
Cosa mangiare e quali comportamenti assumere?
L’alimentazione fornisce il carburante necessario affinché il corpo svolga le sue funzioni normali. Ogni organismo necessita di diversi elementi nutritivi, naturalmente presenti nella dieta mediterranea. Meglio evitare, quindi, le diete particolari o quelle che vanno di moda, spesso inutili o addirittura dannose. Mangiare bene e in maniera oculata è essenziale per raggiungere la forma fisica ideale e vivere più a lungo. Non esistono linee dietetiche specifiche per i pazienti affetti da Lupus, ma resta di fondamentale importanza l’osservanza di una dieta bilanciata che includa un discreto apporto vitaminico e una buona presenza di antiossidanti naturali, in grado di ridurre le infiammazioni. Parecchi studi relativi ai potenziali effetti della dieta sul disturbo hanno identificato alcune raccomandazioni specifiche, in grado di incidere sullo stato di salute generale. Innanzitutto, è fondamentale seguire una dieta equilibrata e preferire alimenti poveri di grassi, ricchi di fibre e poco raffinati. Allo stesso tempo, vale la pena tenersi in forma tramite l’esercizio fisico. I corticosteroidi possono aumentare l’appetito, pertanto è fondamentale muoversi di più per limitare l’aumento del peso corporeo. È molto importante anche gestire in maniera corretta lo stress. A tal proposito, è possibile ricorrere a varie tecniche di self–help. Purtroppo, questa malattia è in grado di colpire molti ambiti dell’esistenza: il lavoro, la famiglia e le relazioni personali, l’autostima, le finanze, il morale, l’umore e la propria capacità di controllo delle emozioni. Imparare a gestire lo stress che ne deriva è fondamentale per limitare i danni causati dal lupus. Studi scientifici mostrano come le persone attive, che sentono di avere un maggior controllo sulla propria vita, sono più in salute di chi vive passivamente la propria condizione. Partecipare a un gruppo di supporto può fornire aiuto sia dal punto di vista sociale che emozionale.
I gruppi di supporto possono aiutare i pazienti a sviluppare o a migliorare talune abilità utili a far fronte alla propria condizione di salute, con cui alleviare lo stress e focalizzarsi su attività specifiche. La partecipazione a un gruppo di supporto aiuta a tenere alto il morale, a migliorare l’autostima e la fiducia in se stessi.
La relazione tra Lupus Eritematoso Sistemico e Postura
Il lupus è una patologia infiammatoria sistemica autoimmune in grado di colpire le articolazioni e causare debolezza muscolare. Tutto ciò incide inevitabilmente sulla Postura, ma anche sulle performance atletiche e sull’equilibrio statico e dinamico, con un aumentato rischio di caduta, soprattutto nelle persone oltre i 60/65 anni. Quanto detto ha ricadute sulla qualità di vita del paziente, destinato a perdere progressivamente la sua vitalità, oltre alla resistenza e alla forza muscolare. Per evitare quanto detto è fondamentale adottare uno stile di vita consono e un programma di allenamento ad hoc, il cui obiettivo finale è il miglioramento delle condizioni di salute generali del paziente. È assolutamente da sconsigliare l’adozione di uno stile di vita passivo e troppo sedentario.
Il Ruolo dell’Attività Fisica
Un programma di allenamento equilibrato può garantire risultati interessanti in termini di incremento delle energie e della forza muscolare, miglioramento dell’equilibrio statico e dinamico, aumento della propriocezione plantare, incremento dell’efficienza cardiovascolare e della mobilità articolare, con particolare riferimento al cingolo scapolo-omerale. Tutti gli esercizi di rinforzo vanno proposti ed eseguiti gradualmente, rispettando lo stato di salute del paziente, che può variare di giorno in giorno. Ogni sessione di allenamento dovrebbe concludersi con alcuni esercizi di equilibrio, da svolgere con diverse attrezzature.
Nello specifico, possono tornare molto utili gli esercizi di equilibrio bi-podalico e mono-podalico, a occhi aperti e chiusi e/o su superficie morbida, onde migliorare il controllo Posturale. A questi esercizi possono aggiungersi passeggiate con diversa andatura, ad esempio accentuando la rullata del piede o camminando per brevi tratti sui talloni o sulle punte. Inoltre, può tornare utile coordinare camminata ed esercizi di coordinazione, il tutto allo scopo di migliorare la propriocezione e l’equilibrio dinamico. Al termine del primo trimestre di un allenamento così composto, la maggior parte dei soggetti impegnati ha riportato miglioramenti nei vari parametri oggetto di valutazione e, quindi, sia dal punto di vista della forza muscolare che della mobilità articolare. Generalmente, si ottengono miglioramenti anche in termini di equilibrio e si riduce il dolore alla pianta del piede, tipico dei pazienti con Lupus Eritematoso Sistemico.