Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) e Correlazioni con la Postura

Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO)

Al giorno d’oggi la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva è una delle patologie che interessa un elevato numero di persone. Bisogna conoscerla bene così da adottare un idoneo approccio terapeutico ed essere sicuri di non andare incontro a nessun tipo di complicazione nel corso del tempo. Inoltre, è bene precisare che esiste una importantissima correlazione con la Postura: ecco tutto quello che serve sapere in merito.

Cosa è la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO)

Quando si parla di BPCO, ossia Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, si fa riferimento a una malattia alquanto subdola dell’apparato respiratorio. Viene definita in tal modo in quanto agli esordi risulta essere quasi del tutto in forma asintomatica, ma col passare del tempo le complicazioni iniziano ad essere di una certa rilevanza. Il decorso della BPCO solitamente è lento e progressivo e può risultare anche abbastanza invalidante per chi ne è affetto. Alla base di questa malattia molto seria vi sono una serie di condizioni che sono accomunate da un marcato restringimento a carico delle vie aeree, e in particolare dell’albero bronchiale: questo vuol dire che soprattutto bronchi e bronchioli sono coinvolti nel meccanismo patologico della BPCO. Il che determina effetti negativi, tra cui difficoltà nel respiro, anche nel corso dell’espirazione, e la cosiddetta fame d’aria, ossia quella sensazione quasi paragonabile al soffocamento.

Andando a vedere nel dettaglio, quello che è il nome della malattia, Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva sta proprio a ricordare che questa colpisce in primis i bronchi e i polmoni (enfisema polmonare correlato alla BPCO), determinando un progressivo deterioramento e una funzionalità sempre meno efficiente. La capacità respiratoria va perciò a ridursi nel corso del tempo, provocando perciò problematiche di non poco conto per i soggetti che ne sono affetti. Quando si dice che è cronica, si intende proprio che è una patologia irreversibile, seppur si possa tenere sotto controllo con apposite terapie. Mentre, per quanto concerne l’aggettivo “ostruttiva” sta proprio a indicare un’ostruzione delle vie aeree che perciò causa un ridotto flusso di aria nella respirazione.

Epidemiologia

Andando a fare una stima in merito all’incidenza della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, si può affermare che i numeri sono in costante aumento. Alla base sembrano esserci molteplici fattori che determinano una graduale disfunzione dell’albero respiratorio che, perciò, diventa sempre meno efficiente. Una stima del 2010 in tutto il mondo ha specificato che quasi 330 milioni di persone nel mondo sono state affette da BPCO. Un numero importante, se si pensa che ammonta a poco meno del 5% della popolazione di tutto il mondo. Inoltre, fino a qualche anno fa si notava una netta prevalenza di casi di BPCO negli uomini, mentre oggi si può dire che si tratta di una patologia che attacca uomini e donne in egual misura. Anche questo è un aspetto che fa comprendere molte cose, soprattutto che ci sono una serie di cause comuni cui sono esposti nella stessa maniera più o meno tutti. Inoltre, è giusto precisare che la maggior parte dei soggetti che sono affetti da BPCO sono over 40, prevalentemente ex fumatori: motivo per cui, non si tratta di una malattia che desta particolare preoccupazione nei più giovani. Il numero di malati è andato sempre più ad aumentare secondo alcuni recenti studi, e stesso dicasi per quanto concerne i decessi: basti pensare che solo nel 1990 i morti per la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva sono stati quasi 2 milioni e mezzo, mentre nel 2015 si sono superati di gran lunga i 3 milioni.

Eziopatogenesi

Una patologia come la BPCO è alquanto subdola in quanto inizialmente non manifesta sintomi particolari, che poi possono palesarsi in forma anche seria col passare del tempo. Bisogna chiarire una serie di aspetti, a partire da quelle che possono essere le cause che portano all’insorgenza di questa problematica respiratoria. I processi infiammatori che avvengono a carico dei polmoni comportano un notevole restringimento a livello alveolare, tale da impedire una completa e corretta espirazione.

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Sono proprio gli alveoli i componenti essenziali per garantire un corretto scambio di aria tra interno ed esterno del corpo. Indubbiamente, un fattore predisponente importante per quel che concerne l’insorgenza della malattia è il tabagismo: questo perché la sigaretta contiene una serie di sostanze che sono irritanti nei confronti dei tessuti dell’albero bronchiale. La malsana abitudine del fumo di sigaretta è dunque un elemento di non poco conto, ma anche altri fattori possono contribuire allo sviluppo di Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, tra cui la prolungata esposizione a polveri o sostanze chimiche, ad esempio. In particolar modo, sembrano essere notevolmente dannose per bronchi e polmoni la polvere di cadmio, quella di silice e i fumi della saldatura dei metalli, oltre a quelli che derivano dalla lavorazione del carbone. Senza dimenticare che anche il fumo passivo costituisce un pericolo per la salute, in quanto il fumo che i non fumatori inalano non per loro volontà, alla lunga, può determinare problemi respiratori. Attenzione va fatta anche all’inquinamento ambientale, e perciò non sembra certo casuale il fatto che nel corso degli anni i casi di persone malate siano andati sempre in aumento, in corrispondenza con condizioni ambientali sempre meno sane. Tutta questa serie di fattori possono scatenare un processo infiammatorio che va a ridurre molto il calibro delle vie aeree, comportando un ridotto ingresso di ossigeno e una scarsa espulsione di anidride carbonica. Vale la pena parlare soprattutto dell’ispessimento bronchiale che viene a crearsi con conseguente riduzione dello spazio interno ai bronchi che va a comportare un effetto ostruente molto pericoloso, se non curato in modo opportuno. Si parla di un danno anatomico evidente, soprattutto a carico del parenchima polmonare e la formazione di un tessuto cicatriziale che va letteralmente a sostituirlo. Nel momento in cui si viene a creare tale tessuto, la forza elastica del parenchima polmonare viene a ridursi molto e quindi l’apparato respiratorio ha una marcata riduzione della sua funzionalità.

Sintomi

Bisogna conoscere i sintomi di una malattia come la BPCO che, agli esordi, non si manifesta con problematiche particolari. Infatti, una caratteristica tipica è quella di avere totale assenza di sintomatologia evidente, ma i disturbi possono palesarsi e diventare debilitanti nel momento in cui si entra in uno stadio avanzato della patologia. Il che vuol dire che il paziente non può certo porre rimedio all’inizio, in quanto mancano sintomi: e questo sembra essere decisivo, in quanto nelle fasi primordiali si potrebbe evitare il peggiorare della situazione. La BPCO non trattata tende a peggiorare, talvolta anche molto rapidamente, e può anche evolvere in una serie di altre problematiche di non poco conto. Sintomi inequivocabili della BPCO sono sicuramente la presenza di tosse frequente, che potrebbe essere accompagnata dalla presenza di catarro. Ma non solo, in quanto anche la limitazione respiratoria potrebbe essere il segnale di qualche problematica a carico dell’albero respiratorio. Vale la pena parlare anche di altri sintomi, tra cui la tosse cronica con presenza di muco, la dispnea, ossia la mancanza di fiato, soprattutto durante sforzi fisici importanti e le difficoltà respiratorie a riposo, sia nell’arco del giorno che nella notte. Questi ultimi due sono elementi molto importanti e che potrebbero essere un problema di non poco conto nei soggetti affetti da questa patologia. Occorre perciò prestare molta attenzione nel caso in cui si notino queste manifestazioni, così da porre rimedio in tempo. Altri segnali tipici della BPCO possono essere la stanchezza ricorrente, spesso causata dall’impossibilità nell’avere un sonno duraturo nelle ore notturne, senso di confusione, gonfiore a livello delle caviglie e calo dell’appetito. Molto spesso i pazienti che sono affetti dalla Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva si manifestano in condizioni di sottopeso. Qualora ci si dovesse accorgere della presenza di questi sintomi in soggetti a rischio, è bene procedere con strumenti diagnostici che possano appurare la presenza eventuale di questa patologia. Un sistema molto importante in tal senso è la spirometria che permette di valutare la qualità della respirazione e la quantità di aria, sia emessa che introdotta nell’organismo. Si capisce dunque che si parla di una serie di elementi molto importanti e che non vanno mai sottovalutati in quanto possono aiutare a risolvere un problema di non poco conto.

Terapia

Detto di come si sviluppa e di quali possono essere le principali cause della BPCO, è doveroso parlare anche della terapia idonea per evitare complicazioni legate a questa patologia. Innanzitutto, è fondamentale che i soggetti fumatori smettano di fumare, così da evitare ulteriore intossicazione e problematiche ancor più difficili. Ci sono dei programmi appositi che vengono messi in atto anche all’interno di ospedali e strutture sanitarie per disintossicarsi e per perdere questa malsana abitudine. Per quel che concerne il trattamento farmacologico della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, vengono usati principalmente dei farmaci per via inalatoria: questo vuol dire che tali molecole riescono ad agire direttamente in loco, facendo sì che si possa avere un concreto beneficio in tempi più rapidi. I device che vengono proposti da qualche anno a questa parte sono di ultima generazione e vanno ad agire molto bene a livello polmonare. La terapia contro la BPCO ha come obiettivi quelli di migliorare i sintomi ed evitare che si possano avere dei peggioramenti che comportino anche una qualità della vita decisamente più bassa.

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Senza dimenticare che viene migliorato notevolmente lo stato di salute generale dei soggetti affetti dalla malattia e si può ridurre la mortalità. I farmaci principali che vengono usati contro la BPCO sono i broncodilatatori, ossia principi attivi che vanno a rilassare i muscoli che si trovano attorno all’albero bronchiale, e quindi si avrà una respirazione decisamente migliore. Tra i broncodilatatori, si parla di quelli a rapida insorgenza d’azione, ossia che hanno un effetto rapido, e quelli con lunga durata d’azione, usati per la cura quotidiana. Molto varia in base alla tipologia di sintomi e alla condizione del paziente, per cui non mancano di certo i casi di persone che usano i broncodilatatori al bisogno o con dosaggi non particolarmente elevati. Quelli a lunga durata d’azione sono molto usati, e si tratta di β2-stimolanti e gli anticolinergici. In caso di BPCO, non mancano i medici che consigliano l’abbinamento di una terapia cortisonica per via inalatoria, molto utile per evitare il procedere dell’infiammazione che provoca complicazioni. Ovviamente, non si tratta di farmaci raccomandati per tutti, anche perché presentano una serie di controindicazioni importanti: ciò vuol dire che è sempre necessaria la consulenza medica per poter procedere ad una terapia ad hoc. Il vantaggio dei farmaci contenenti cortisone è che non si hanno episodi di riacutizzazione e che le complicazioni diventano molto rare. Il medico, perciò, ha il compito di valutare volta per volta quello che è lo schema terapeutico migliore per ogni persona e l’andamento della terapia farmacologica. Occorre ricordare che anche la concentrazione di ossigeno nel corpo è un altro parametro a cui prestare molta attenzione: come noto, si tratta di un elemento fondamentale per la vita di ogni persona, e con la respirazione si ha modo di introdurne le giuste quantità necessarie, espellendo anidride carbonica. Le forme più gravi di BPCO possono portare anche ad un abbassamento marcato dei livelli di ossigeno presenti nel sangue, cosa non proprio positiva e che espone a pericoli importanti l’organismo. Serve perciò l’emogasanalisi in determinate situazioni, così da valutare se sia necessario ricorrere all’ossigenoterapia da usare nell’arco della giornata, solo di notte o per tutto il giorno. I valori di ossigeno nel sangue, affinché si possa ricorrere alla terapia con ossigeno, devono attestarsi inferiori ai 55 mmHg, oppure tra 55 e 60, in caso di patologia cardiaca.

La Relazione con la Postura

problemi Posturali possono comportare notevoli complicazioni in chi soffre di disturbi respiratori. Ecco perché è fondamentale precisare che una cattiva Postura può determinare un respiro poco fisiologico con annessa funzionalità alterata dei muscoli respiratori. A tal proposito, uno dei più importanti e che entra in ballo quando si parla di Postura, è il Diaframma che, essendo molto a contatto con gli organi vitali che si trovano nel torace, influenza molto la fisiologia. Senza dimenticare che il diaframma è molto importante, nel momento in cui si contrae, per fare in modo che il sangue possa ben irrorare gli organi addominali e quelli toracici.

Attenzione va dunque prestata alle posizioni scorrette che si assumono nel corso della giornata e che possono determinare problemi anche a livello della respirazione. Così come, non bisogna sottovalutare gli sforzi che si effettuano durante lavori molto usuranti e che possono finire per essere alquanto invalidanti. Ci sono delle posizioni che possono essere di grande aiuto per superare eventuali crisi respiratorie, tipiche delle persone che soffrono di BPCO: rimanere seduti, ad esempio, può fare molto bene al respiro e, in generale, al benessere del corpo. In tal caso, è utile mantenere i piedi appoggiati bene a terra con le ginocchia divaricate e la schiena dritta. Si potrebbe anche rimanere in piedi, tenendo il torace in avanti, la testa piegata avanti e le spalle rilassate. La cosa importante è evitare di contrarre i muscoli di addome e torace, facendo in modo che le spalle rimangano dritte e che si tenga una posizione rilassata. Attenzione nelle ore notturne, in quanto a letto la posizione distesa non è proprio la migliore per chi soffre di problematiche respiratorie come la BPCO.

Meglio rimanere leggermente seduti, così da favorire un corretto respiro. Inoltre, si potrebbe pensare di usare dei cuscini da tenere a livello dorsale così da non essere troppo stesi e non andare incontro alla cosiddetta “fame d’aria”.

Il ruolo della rieducazione Posturale

Negli ultimi tempi è andato sempre più ad aumentare il numero di persone che hanno scelto la Rieducazione Posturale per il proprio benessere fisico. In particolare, è necessario precisare che si tratta di una tecnica che prevede una serie di esercizi che servono per allentare le tensioni sia a livello muscolare che legamentoso. Tradotto in termini pratici, si ottengono importanti benefici per l’intero apparato muscolare del corpo, tra cui anche le aree che si trovano nell’albero respiratorio. Infatti, tra bronchi e polmoni vi sono delle aree muscolari molto importanti quando si parla di BPCO, motivo per cui è bene affidarsi a terapie farmacologiche, da abbinare alla Rieducazione Posturale. Con un lavoro totale su tutto il corpo, si va ad agire bene sulle aree che mostrano maggiore rigidità e che possono perciò essere causa di dolori o problematiche. Con degli esercizi mirati, si può allenare il diaframma e fare in modo che possa garantire un corretto apporto di ossigeno, bilanciando con l’espulsione di anidride carbonica. Si tratta dunque di un sistema molto importante per stare meglio e per migliore decisamente la qualità della vita di una persona che sia affetta dalla Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, ossia dalla nota BPCO.