L’Epicondilite e l’Epitrocleite, rispettivamente meglio note come gomito del tennista e del golfista, sono due patologie infiammatorie diverse tra loro ed entrambe a carico del gomito. La prima interessa la parte laterale del gomito, mentre la seconda coinvolge la zona mediale. Sono considerate infiammazioni, ma in realtà sono il risultato di un processo di degenerazione delle strutture tendinee che hanno origine nei punti dove si avverte dolore.
Vediamo quindi di preciso che cosa sono l’Epicondilite e l’Epitrocleite e quali sono le loro possibili cause soffermandoci in modo particolare sull’origine di tipo posturale. Nella seconda ed ultima parte ci concentriamo, invece, su sintomi, diagnosi, trattamento classico e rieducazione posturale senza trascurare, però, la prevenzione.
Epicondilite e Epitrocleite: l’anatomia del gomito
Il gomito è un’articolazione composta da tre ossa: l’osso del braccio (omero) e le due ossa dell’avambraccio (radio ed ulna). Nella parte inferiore del gomito ci sono due sporgenze ossee meglio note come epicondilo (o epicondilo laterale) e epitroclea (epicondilo mediale).
L’Epicondilite è, come vedremo tra poco, una sindrome dolorosa dovuta alla degenerazione del tendine o ad un sovraccarico funzionale dei muscoli epicondiloidei. Questi muscoli, siti nella regione laterale del gomito e dell’avambraccio, originano dall’epicondilo, si inseriscono sul polso e sulla mano e sono volti a consentire il movimento di estensione del polso stesso e delle dita. il termine Epicondilite è, per definizione, correlato ad un processo infiammatorio a carico dei tendini, ma è bene precisare che questo non è sempre presente. Talvolta si può, difatti, verificare un sovvertimento della struttura tendinea (degenerazione angiofibroblastica) con conseguente scompaginamento delle fibre elastiche che compongono il tendine e loro progressiva sostituzione con un tessuto cicatriziale altamente irrorato da vasi sanguigni. In suddetti casi, si preferisce dunque parlare di tendinosi talvolta associata a processi infiammatori.
Un quadro del tutto analogo al precedente lo si può riscontrare anche nel caso dell’Epitrocleite, sindrome dolorosa conseguente ad un sovraccarico funzionale e/o degenerazione tendinea dei muscoli epitrocleari. Questi muscoli, interni all’avambraccio, originano dall’epitroclea, si inseriscono su avambraccio, polso e mano e sono volti a consentire la rotazione all’interno della mano (pronazione) e la flessione di polso e dita.
Epicondilite e Epitrocleite: che cosa sono
L’Epicondilite (o gomito del tennista) è una sindrome infiammatoria a carico dei tendini dei muscoli estensori del polso che partono dall’epicondilo laterale.
L’Epitrocleite è, invece, un’affezione infiammatoria-degenerativa che interessa i tendini dei muscoli flessori che originano dall’epitroclea.
Entrambi i disturbi colpiscono prevalentemente gli sportivi non agonisti di età compresa tra 30 e 50 anni con un’incidenza maggiore tra coloro i quali praticano tennis, squash, scherma, sport di lancio e paddle. La scarsa incidenza dei disturbi tra gli atleti agonisti ci porta immediatamente a presuppore che una corretta esecuzione del gesto tecnico possa, unitamente all’equilibrio tra muscoli agonisti ed antagonisti, ridurre gli effetti lesivi delle sollecitazioni funzionali.
L’Epicondilite e l’Epitrocleite possono, inoltre, colpire persone che non praticano alcuno sport, ma svolgono attività manuali che comportano l’uso ripetitivo del gomito. In questi casi, l’incidenza maggiore si registra tra le persone che trascorrono molte ore alla scrivania e davanti al computer. Durante il giorno, questi soggetti assumono difatti posture scorrette per diverse ore con conseguente insorgenza di stress a carico di muscoli e tendini. Le inserzioni tendinee dell’epicondilo e della epitroclea sono, infatti, costantemente sollecitate e questo favorisce l’insorgenza del dolore. In questi casi, al fine di arginare il fenomeno infiammatorio è sufficiente correggere la postura. La seduta deve essere, quindi, regolata alla giusta altezza in modo tale da portare gomito e polso sullo stesso piano. Infine, è necessario controllare l’allineamento dell’asse mano-avambraccio durante la scrittura al computer e ogniqualvolta si impugna il mouse.
Epicondilite e Epitrocleite: le principali cause
Come precedentemente accennato, l’Epicondilite e l’Epitrocleite possono essere causate da cattive posture e dall’uso eccessivo con ripetute sollecitazioni a carico del gomito.
Vi sono, inoltre, alcuni fattori di rischio non trascurabili quali:
- predisposizione genetica
- naturale invecchiamento
- scarsa attività fisica con coinvolgimento del gomito
- disordini muscolari
- disturbi cardiocircolatori
- disturbi di origine metabolica sistemica come il diabete mellito
- artrosi
- lesioni ai legamenti
Tra le cause più frequenti che portano allo sviluppo di predette patologie vi sono, comunque, alterazioni posturali a carico dell’arto superiore. Per postura dell’arto superiore si intende, per la precisione, la relazione che intercorre tra spalla, gomito, polso e mano nei tre piani dello spazio, legame spesso caratterizzato da un conflitto dorso-cervicale associato.
Epicondilite e Epitrocleite: i principali sintomi
I sintomi dell’Epicondilite comprendono:
- dolore al gomito nella parte laterale ed esterna
- rigidità al gomito
- gonfiore
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- sensazione di calore
- scarsi e dolorosi movimenti a carico del gomito
- ridotta forza muscolare a carico dell’avambraccio
- scarsa forza nella mano
La sintomatologia dolorosa può arrivare a coinvolgere l’avambraccio, il polso e le dita della mano. I dolori si presentano generalmente con l’estensione del gomito e dell’avambraccio, ma non è rara la comparsa degli stessi quando si eseguono alcuni movimenti con il polso e le mani. Impugnare oggetti ed aprire una porta con la chiave sono gesti molto comuni che possono, però, favorire l’insorgenza del dolore.
Nei casi più complessi e nelle forme croniche, il dolore sopraggiunge anche nelle ore notturne, a riposo e qualora si assumano determinate posizioni.
In linea più generale, si può asserire che la compressione dei muscoli a lato del gomito causa sempre dolore e tutto ciò può diventare invalidante.
L’Epitrocleite si contraddistingue, invece, per:
- dolore e indolenzimento a carico della parte interna del gomito
- rigidità articolare
- debolezza a carico di mano e/o polso
- formicolio alle dita della mano
Il dolore dell’Epitrocleite può comparire in modo improvviso o graduale con un aggravamento del quadro sintomatologico ogniqualvolta si eseguono movimenti che coinvolgono i muscoli i cui tendini sono infiammati. L’Epitrocleite, non adeguatamente trattata, può causare una tendinopatia più grave con lesione o degenerazione della struttura tendinea.
Come si diagnosticano l’Epicondilite e l’Epitrocleite?
In presenza di uno o più sintomi caratteristici dell’Epicondilite, è bene rivolgersi al medico di fiducia in modo tale da programmare tutti gli accertamenti del caso. Dopo aver raccolto l’anamnesi, lo specialista può eseguire alcuni test specifici volti a valutare la forza muscolare. In questa fase possono, inoltre, essere prescritti esami strumentali come ecografia, radiografia, risonanza magnetica ed elettromiografia.
L’Epitrocleite viene diagnosticata in modo simile, ma un chiaro campanello d’allarme è la comparsa di dolore quando viene eseguita una flessione del polso contro resistenza. Per la formulazione di una diagnosi certa, viene solitamente prescritta un’ecografia ed in taluni casi una risonanza magnetica.
Epicondilite e Epitrocleite: come si curano
L’Epicondilite viene generalmente trattata seguendo un approccio conservativo fondato su riposo, uso di ghiaccio, terapia farmacologica, tutore, terapia fisica e fisioterapia. Questo percorso si propone di ridurre la sintomatologia dolorosa avvertita dal paziente. In questi casi, è dunque essenziale non sottoporre il gomito a continue sollecitazioni perché queste possono sovraccaricare i muscoli e l’articolazione. In tali circostanze, l’uso di un tutore può essere utile al fine di ridurre la tensione a cui sono esposti i muscoli.
Terapia fisiche come la tecar ed il laser sono, invece, indicate per ridurre l’infiammazione, i segni ed i sintomi correlati. Le sedute di fisioterapia si propongono, infine, di rieducare il gomito in modo tale che il soggetto possa tornare a muovere l’arto superiore in totale sicurezza e comprendono esercizi di mobilità, stretching dei muscoli, terapie manuali e rinforzo della muscolatura.
La terapia conservativa ha una durata variabile compresa tra sei e dodici mesi, ma non è sempre risolutiva. Se il quadro del paziente non migliora, si procede dunque all’intervento chirurgico a cielo aperto o in artroscopia. Al termine del decorso post-operatorio, è sempre necessario iniziare un percorso riabilitativo a carico del gomito.
L’Epitrocleite viene trattata in modo analogo all’Epicondilite seguendo, almeno in una prima fase, un approccio conservativo. Riposo, applicazione di impacchi di ghiaccio, fasciatura compressiva attorno al gomito, tutore, fisioterapia ed eventuale iniezione di corticosteroidi sono alcune delle soluzioni messe in atto dagli specialisti.
L’Epitrocleite, nella maggior parte dei casi, non richiede alcun intervento chirurgico. Se la sintomatologia persiste dopo 6 mesi o la patologia si aggrava evolvendo in tendinopatia, è però bene prendere in considerazione la possibilità di sottoporsi ad un intervento chirurgico. In quest’ultimo caso, il paziente guarisce generalmente nell’arco di tre o quattro settimane.
Rieducazione posturale, Epicondilite e Epitrocleite
La rieducazione posturale (o ginnastica posturale) riveste un ruolo cruciale nel trattamento dell’Epicondilite e dell’Epitrocleite. Generalmente si eseguono esercizi di stretching, rinforzo muscolare e propriocezione.
Gli esercizi di stretching, eseguiti molto lentamente, si propongono di allungare il più possibile ed in modo graduale i muscoli interessati. Arrivati al punto di tensione (attenzione perché è fondamentale non avvertire alcun dolore), si mantiene la posizione per alcuni minuti e si rilascia poi l’allungamento in modo graduale.
Gli esercizi di rinforzo muscolare si eseguono al termine dello stretching per rinforzare i muscoli del polso, mentre la pratica propriocettiva si propone di fornire al paziente la capacità di percepire il proprio corpo e la propria contrazione muscolare all’interno dello spazio anche senza il supporto della vista.
Il percorso di rieducazione posturale comprende, inoltre, una fase volta al recupero della piena funzionalità dell’arto superiore.
Come si prevengono l’Epicondilite e l’Epitrocleite?
L’Epicondilite e l’Epitrocleite possono sempre essere prevenute non sovraccaricando il tendine legato ai muscoli epicondilei e epitrocleari che consentono il movimento del polso e delle dita della mano.
Per la precisione, è bene evitare:
- sovraccarico dei muscoli e dei tendini del gomito anche con movimenti leggeri, ma ripetuti e logoranti
- sforzi eccessivi che si ripercuotono sul braccio ed in particolare sul gomito
- danni diretti a braccio e gomito con movimenti scorretti o eccessiva estensione dell’avambraccio
In modo analogo, è bene rafforzare i muscoli con esercizi di allungamento ed eseguire costantemente esercizi di stretching.