La Baropodometria Dinamica è un’analisi indolore e non invasiva che permette di valutare l’eventuale presenza di alterazioni pressorie esercitate dal piede quando poggia sul terreno.
Durante qualsiasi contatto col suolo succede infatti che le forze ponderali del corpo tendono a scaricarsi verso il basso, distribuendosi secondo alcune variabili individuali.
Mentre la Baropodometria Statica consente di visualizzare lo scarico tensivo in assenza di movimento, quella dinamica fornisce informazioni su:
- tempi d’appoggio;
- pressioni esercitate durante il carico;
- osservazione delle oscillazioni;
- distribuzione delle forze in ogni singolo quadrante del piede.
Grazie all’impiego di particolari software in grado di elaborare istantaneamente delle immagini ottenute in base al grado di calore emesso dagli arti, si possono valutare graficamente i comportamenti deambulatori del paziente.
Di conseguenza viene offerta l’opportunità di analizzare gli aspetti quantitativi e qualitativi della camminata, tra cui:
- proiezioni delle linee di carico;
- area delle superfici occupate;
- tempi di appoggio;
- eventuali anomalie di scarico.
Un esame che permette di studiare la baromeccanica del cammino, non ha soltanto finalità diagnostiche, ma anche preventive, dato che con l’avanzare dell’età spesso insorgono disturbi relativi all’appoggio podalico.
La boropodometria dinamica è un efficace mezzo tecnologico tramite cui si può indagare la causa della maggior parte delle manifestazioni algiche prodotte da anormali pressioni plantari.
Tutte le caratteristiche individuali del paziente vengono raffigurate graficamente mediante una scala colorimetrica, capace di evidenziare la presenza di ipercarichi plantari, generalmente responsabili dalla genesi di molte patologie.
Oltre a indicare la presenza di anomalie anatomiche (come l’alluce valgo, il piede piatto oppure il piede cavo), la Baropodometria Dinamica può evidenziare alcune abitudini posturali scorrette delle persone durante la deambulazione.
Il paziente, che viene fatto camminare sulla pedana baropodometrica, appoggia i piedi in base al peso corporeo, ma soprattutto alle sue abitudini posturali che, com’è noto, si riflettono principalmente sugli arti inferiori.
Bisogna infatti tenere conto del fatto che sono proprio i piedi l’unico mezzo utile per scaricare le tensioni ponderali al suolo, sia in posizione statica che in movimento.
L’analisi della distribuzione del carico a terra effettuata durante la camminata permette di individuare tempestivamente l’insorgenza di disturbi di appoggio e di scarico, che rappresentano le due cause principali delle manifestazioni dolorose a carico di tutto il rachide e del sistema muscolare.
Quando i piedi non appoggiano correttamente sul terreno si verifica una distribuzione sbilanciata e disarmonica delle tensioni posturali, per cui alcune parti anatomiche vengono ipercaricate mentre altre rimangono inattive.
Simili anomalie si riflettono verso l’alto, coinvolgendo la colonna vertebrale (che può assumere posizioni viziate), il collo (che può spostarsi anteriormente) e le spalle (che di solito si incurvano verso l’interno).
Questi atteggiamenti posturali hanno una forte componente reattiva, tramite cui il corpo tende a compensare i difetti di appoggio.
Tuttavia, pur essendo reazioni difensive, costruiscono i principali fattori eziologici responsabili di disturbi osteo-articolari, muscolari, tendinei e legamentosi.
La Pedana Baropodometrica Dinamiche
Le pedane baropodometriche dinamiche sono formate da un tappeto di materiale plastico.
Una volta salito su di esse, il paziente incomincia a camminare, appoggiando i piedi sulla superficie dell’attrezzo che, mediante una speciale tecnologia elettronica, trasmette gli input termici al centro elaborativo.
L’esame, che avviene in presenza di un professionista specializzato, offre dapprima uno screening iniziale di partenza (a paziente fermo), per poi elaborare tutte le informazioni relative al cammino.
Le pedane baropodometriche sono speciali dispositivi in grado di effettuare nello stesso tempo sia un esame statico che dinamico, basandosi sulla rilevazione delle oscillazioni del corpo in movimento.
In questo modo è possibile stabilire l’eventuale presenza di scarichi tensivi innaturali e di disequilibri posturali, indici che vengono formulati in rapporto ai seguenti parametri:
- tipo di passo;
- carico anteriore e posteriore;
- percentuale di carico;
- distribuzione del carico;
- superficie d’appoggio.
Le pedane dinamiche permettono anche di identificare tutte le variabili collegate al baricentro (analisi stabilometrica), che è il punto dell’organismo su cui si concentrano tutte le forze tensive dell’equilibrio.
Esse sono un vero e proprio sistema modulare che misurano le pressioni plantari allo scopo di formulare un’attenta valutazione posturale.
Tramite l’elaborazione di dati come:
- anatomia del piede;
- estensione della superficie plantare;
- valori di pressione massima e media;
- centro di pressione;
questi supporti permettono di identificare anomalie quantitative (carichi posturali) e qualitative (differenti modalità d’appoggio) a scopi terapeutici.
Il test baropodometrico dinamico si svolge facendo muovere il paziente da un’estremità all’altra della pedana, ripetendo le prove finché le immagini elaborate non sono sufficientemente discriminanti.
Successivamente lo strumento elabora i dati acquisiti, raffigurandoli tramite immagini colorate, indicative di:
- sequenze ergoniche sul piano verticale;
- spostamento del peso;
- superficie d’appoggio;
- centri di pressione plantare;
- tempi di carico durante la camminata;
- velocità media e assoluta;
- percentuale d’appoggio sull’avampiede;
- modificazioni delle aree di contatto;
- andamento della deambulazione.
Uno dei parametri più indicativi è relativo alle modalità d’appoggio dell’avampiede rispetto al retropiede, dato che proprio in base a questa differente distribuzione di scarichi, la postura può essere corretta o meno.
Quando i carichi sono concentrati sull’avampiede, infatti, il corpo tende ad assumere una posizione anterograda (spostata verso avanti), mentre al contrario quando i carichi si distribuiscono sul calcagno (retropiede), insorge una posizione retrograda (spostata all’indietro).
La possibilità di identificare in fase iniziale disturbi posturali del genere offre l’opportunità di intervenire tempestivamente (ad esempio con l’impiego di plantari ortopedici) per evitare che l’anomalia diventi cronica, con notevoli ripercussioni su tutto l’organismo.
Non è corretto rivolgersi all’esame baropodometrico dinamico soltanto in presenza di patologie in atto, perché una simile indagine ha anche notevoli finalità preventive.
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Come si esegue una Baropodometria Dinamica?
Per eseguire correttamente una Baropodometria Dinamica bisogna seguire alcuni step successivi, che sono:
- osservazione obiettiva dell’appoggio plantare,
che deve essere portato a termine da uno specialista; - anamnesi famigliare,
che consente di identificare l’eventuale presenza di fattori predisponenti all’insorgenza delle anomalie posturali; - storia clinica del paziente,
con particolare riguardo a traumi, incidenti, operazioni e qualsiasi altro evento pregresso che può essere messo in relazione ai disturbi posturali; - malattie recenti e passate,
che potrebbero avere influenzato l’assetto anatomico del corpo interagendo sulla funzionalità di organi e apparati.
Soltanto a questo punto può avere inizio il vero esame baropodometrico.
Il paziente viene invitato a salire sulla pedana, che è collegata con un apposito software, e fatto camminare avanti e indietro a piedi scalzi, per garantire la massima superficie anatomica di contatto.
Una simile analisi biomeccanica del passo viene pertanto quantificata attraverso una colorimetria dinamica, che, a seconda del differente tipo di scarico al suolo, assume aspetti ben visibili.
Durante il cammino, le forze scambiate tra il corpo e la pedana si distribuiscono sotto le strutture di supporto podalico, per ottenere la distribuzione dei carichi di ciascun piede.
Grazie alle recenti tecnologie, che sfruttano le evolute prestazioni di sensori elettromagnetici, è anche possibile discriminare tra sistemi di misurazione relativi alla sola componente verticale, a quella orizzontale e alla forza tensiva globale.
Conoscendo il valore dell’area attiva del sensore, che sono disposti seguendo le matrici, si può ricavare il rapporto tra forza media e area, traducibile nella pressione totale.
L’esame è indolore e non invasivo, dato che il paziente deve solamente camminare su una pedana baropodometrica senza scarpe, per favorire il massimo contatto tra la pianta del piede e il supporto.
La pedana dispone di una superficie piatta e facilmente percorribile, anche a causa delle tipologie di materiali costitutivi utilizzati, che favoriscono il benessere di un contatto anatomico normale.
L’esaminatore rimane ad osservare il monitor su cui il sistema computerizzato dello strumento elabora tutte le informazioni per poi realizzare i grafici colorimetrici.
Questo test fornisce sostanzialmente i dati sulle pressioni scambiate tra i piedi e la superficie d’appoggio, valori da cui è possibile estrapolare (servendosi di apposite tabelle) l’indice di stabilità del paziente, la distribuzione dei carichi ponderali, le zone di sovraccarico.
La principale finalità della Baropodometria Dinamica rimane quello di identificare problemi posturali per impostare in breve tempo un’adeguata terapia che, in molti casi, prevede l’impiego di ortesi plantari.
In ambito clinico questo test consente di elaborare l’analisi ponderale del piede, collegabile a disturbi del sistema muscolo-scheletrico e articolare, prevalentemente di interesse neurologico e ortopedico.
Un altro ambito di impiego della Baropodometria Dinamica è l’identificazione del piede diabetico nelle sue prime fasi, poiché pazienti del genere presentano un aumento della pressione plantare che si manifesta ancora prima delle lesioni cutanee.
Se ben eseguito, questo test permette di valutare le caratteristiche posturografiche, quelle cinematiche, pressorie e locomotori che si evidenziano soltanto con un’indagine dinamica.
La procedura deambulatoria deve essere ripetuta più volte (almeno 6) per consentire all’operatore di valutare correttamente i requisiti podologici.
Ad ogni prova il soggetto deve effettuare un’alternanza tra passi e semi-passi, incominciando la registrazione dopo alcuni minuti, indispensabili per evitare l’insorgenza di reazioni emotive che non permettono una procedura spontanea.
Bisogna infatti che il paziente non venga limitato dalla presenza della pedana baropodometrica dinamica ma cammini in maniera naturale e fisiologica.
L’impronta dei piedi dipende in ultima analisi dalla pressione impressa sulla superficie in un determinato intervallo di tempo; l’appoggio dinamico è infatti la condizione ideale in cui si verificano due funzioni organiche, che sono da un lato il movimento del piede e dall’altro il sostegno del peso corporeo.
Cosa misura e a cosa serve l’analisi baropodometrica
L’analisi baropodometrica serve per studiare i fotogrammi dell’andamento dinamico deambulatorio, per valutare step by step lo svolgimento del passo.
I parametri da ottenere sono i seguenti:
- appoggio podalico ad ogni passo;
- posizione del baricentro corporeo;
- traslazione latero-mediale del rachide;
- dinamica del passo;
- successione dei punti focali a massima pressione;
- identificazione di eventuali appoggi instabili;
- estensione della superficie;
- valore di pressione media e massima;
- valore del carico che grava sul piede.
Elaborando queste informazioni, il software consente allo specialista di diagnosticare la presenza di piattismo, cavismo, supinazione o pronazione dei piedi durante la deambulazione.
Un’impronta fisiologica osservata tramite la Baropodometria Dinamica si caratterizza per l’appoggio del calcagno, della porzione laterale dei piede e delle teste metatarsali delle dita, con un andamento sequenziale.
Riferendosi a immagini del genere viene offerta l’opportunità di studiare i diversi difetti del piede (piede equino, supinato, pronato, instabile, piatto e affetto da metatarsalgia acuta).
L’analisi del cammino è rivolta anche allo studio del complesso anatomico caviglia/piede, che può presentare tre differenti comportamenti:
- rotolamento del calcagno, che si mantiene dalla fase di appoggio fino all’appoggio dell’avampiede;
- rotolamento della caviglia, che si verifica dall’appoggio dell’avampiede fino al sollevamento del tallone;
- rotazione dell’avampiede, che si prolunga dal sollevamento del tallone fino a quello del piede dal suolo.
Cos’è l’analisi del cammino, cosa misura e a cosa serve
L’analisi barometrica del cammino serve per mostrare le varie fasi sequenziali del passo, ciascuna caratterizzata da una specifica durata e da una differente percentuale di carico.
Sono possibili quattro opzioni, e precisamente:
- CP (initial contact phase), che è il lasso di tempo che intercorre tra il primo contatto con il terreno e il primo contatto metatarsale;
- FFCP (fore foot contact phase), che è il periodo seguente all’ICP e che termina con il completo contatto metatarsale con la superficie;
- FFP (foot flat phase), che ha inizio al termine della fase precedente e si completa nel momento in cui il tallone si stacca da terra;
- FFPOP (fore foot push of phase), che inizia dal momento in cui il tallone si stacca dal terreno e si completa quando il piede non mostra più nessun contatto con la pedana.
L’analisi del cammino deve essere valutata in base a vari parametri, che sono durata, velocità media, carico massimo e massima superficie d’appoggio.
Questo tipo di analisi dinamica offre l’opportunità di studiare le abitudini deambulatorie del paziente in rapporto all’unità di tempo, basandosi sulla visualizzazione di immagini colorimetriche prodotte dall’impronta dei piedi.
In particolare è possibile evidenziare i vari settori del piede (dita, metatarso, avampiede, mesopiede e retropiede), che assumono tonalità cromatiche differenti e che possono essere visualizzati con grafici su carta millimetrata.
Il meccanismo d’azione delle pedane baropodometriche dinamiche si basa sull’impiego di sensori che rilevano qualsiasi variazione pressoria e calorimetrica del piede, in modo tale da studiare la distribuzione delle pressioni plantari durante il cammino.
L’andamento delle forze varia notevolmente a seconda della velocità con cui il paziente procede sulla pedana, anche perché viene modificata ogni volta la posizione del baricentro, sia relativo ai singoli piedi che della colonna vertebrale.
La finalità di questa indagine è non soltanto di evidenziare patologie in atto, ma anche di prevenire la loro insorgenza servendosi di ortesi plantari e di calzature ortopediche su misura, capaci di bilanciare gli squilibri posturali.
L’analisi del cammino è un’indagine finalizzata anche a un altro requisito collegato alla postura, che si riferisce agli indici di simmetria dei due piedi, molto spesso asimmetrici.
Grazie all’osservazione delle impronte dinamiche e del loro confronto, una tecnica del genere fornisce tutti i dati che vengono poi estrapolati graficamente e riportati su grafico.
L’indagine baropodometrica del cammino può essere applicata anche alla corsa, con l’unica differenza che il paziente deve procedere sulla pedana con maggiore velocità.
È interessante notare che i profili colorimetrici sono sostanzialmente simili come impronta, ma molto più intensi cromaticamente, a conferma del fatto che l’appoggio del piede è maggiore.
Tuttavia, carico, pressione massima e superficie aumentano proporzionalmente alla velocità, mantenendo un’evidente relazione di sinergia funzionale.
L’analisi del cammino permette di ottenere un numero piuttosto elevato di risultati dinamici consecutivi che, confrontati tra loro, forniscono allo specialista la possibilità di emettere una diagnosi quanto mai accurata.
Trattandosi di un’indagine non invasiva né dolorosa è pertanto consigliata tutte le volte in cui sia necessario curare oppure prevenire la maggior parte dei disturbi posturali.