La propriocezione, conosciuta anche come cinestesia è la capacità di riconoscere e percepire, senza il supporto della vista, la posizione del corpo nello spazio, oltre allo stato di contrazione della muscolatura.
Spesso definita come il “sesto senso“, poiché dipende da una specifica zona del cervello e pertanto possiede una forte componente nervosa, essa svolge un ruolo di primaria importanza sui feed-back sensoriali dei neuroni collegati ai movimenti.
Proprio per questo motivo trova largo impiego nel settore riabilitativo non soltanto per il recupero degli arti dopo infortuni, ma anche per migliorare le prestazioni atletiche degli atleti.
La percezione propriocettiva è già presente nel feto di 7 mesi e, dopo la nascita, subisce un notevole sviluppo, tale da consentire al neonato di regolare i movimenti del corpo con precisione.
I recettori propriocettivi o cinestetici, che sono sensibili alle variazioni posturali del corpo, dopo essere stati attivati da stimolazioni esterne, inviano specifici segnali all’encefalo attraverso fibre nervose che salgono attraverso il midollo spinale.
Che cos’é la Rieducazione Propriocettiva
La sensibilità propriocettiva comporta un insieme di meccanismi altamente specializzati, in grado di fornire al sistema nervoso centrale le seguenti informazioni:
- parametri motori: come forza, velocità, direzione e accelerazione;
- parametri fisiologici: come stato funzionale di tendini, muscoli e articolazioni;
- cambiamenti biologici del loro stato.
La maggior parte di questi dati non raggiunge lo stato cosciente del cervello, anche se esiste una propriocezione cerebrale complessa che implica il coinvolgimento della memoria.
Il ruolo della propriocezione è basilare sia per il corretto controllo delle attività motorie, sia per l’esecuzione di eventuali correzioni, che infine per reazioni difensive.
Complessivamente si può parlare di sensibilità propriocettiva collegata a:
- Apparato tonico-posturale;
- Controllo posturale;
- Controllo del tono muscolare.
I recettori deputati a simili funzioni sono i seguenti:
- Fusi neuromuscolari;
- Organi tendinei del Golgi;
- Recettori delle capsule articolari;
- Recettori cutanei.
Può succedere che, spesso in seguito a incidenti, traumi oppure malattie, la percezione propriocettiva venga alterata e di conseguenza il paziente non sia in grado di controllare adeguatamente movimento o postura.
In questi casi diventa risolutivo affidarsi a un programma di Rieducazione Propriocettiva, comprendente una serie di esercizi che hanno lo scopo di risolvere simili disturbi mediante tecniche di mobilizzazione attiva o passiva, con o senza l’impiego di ausili.
La principale finalità di questo programma riabilitativo è quella di stimolare i recettori periferici per migliorare il movimento fisiologico del paziente, consentendogli soprattutto di riacquistare le funzioni perdute.
La Ginnastica Propriocettiva a cosa serve?
La Ginnastica Propriocettiva, che comprende una vasta serie di esercizi da eseguire anche con il supporto di specifici attrezzi, serve per due scopi: da un lato recuperare funzionalità perdute in seguito a traumi di varia natura e d’altri lato per migliorare le prestazioni del corpo riguardo a postura e movimento.
Un simile allenamento, chiamato “balance training“, consente di ottimizzare la percezione soggettiva del corpo nello spazio e nello stesso tempo di potenziare le attività motorie.
Il suo meccanismo d’azione è basato sull’impiego di strumenti che producono situazioni di instabilità, in modo tale da stimolare il sistema neuro-motorio a trovare autonomamente un equilibrio funzionale.
La Ginnastica Propriocettiva serve per stimolare i muscoli mediante la rieducazione dei riflessi e quindi la capacità di mantenere una corretta postura e un perfetto funzionamento delle articolazioni.
Pur essendo indicata per chiunque desideri migliorare il proprio benessere osteo-articolare, questa ginnastica rappresenta l’approccio ideale per realizzare un efficace recupero post-traumatico oppure per gli sportivi.
Un allenamento del genere può essere utilissimo anche per prevenire eventuali infortuni, in quanto consente di rinforzare la muscolatura, indirizzando i movimenti in maniera ottimale.
Il balance training viene consigliato anche a chi, svolgendo attività sedentarie, generalmente sviluppano problematiche posturali che nel tempo si riflettono inevitabilmente sulla salute dello scheletro e della muscolatura.
Rimanere a lungo seduti davanti a uno schermo oppure stare in piedi per tutta la giornata sono condizioni che costringono il corpo ad assumere posizioni sbagliate, spesso provocate da cause difensive e reattive.
Per essere veramente utile ed efficace, la Ginnastica Propriocettiva deve creare situazioni in cui il soggetto viene spinto a perdere l’equilibrio, per poi ritrovarlo in seguito all’attivazione dei riflessi propriocettivi (e di conseguenza del sistema muscolare).
La correzione degli sbilanciamenti indotti dipende da una mirata sollecitazione articolare in condizioni sia di carico che di scarico naturale.
Per raggiungere obiettivi del genere è indispensabile fare ricorso ad attrezzi come pedane, tavolette, bouncer, cuscinetti e trampolini.
Tecniche di questo tipo devono comunque essere controllate da professionisti specializzati che, almeno in fase iniziale, dovrebbero poter insegnare e applicare le giuste metodiche propriocettive.
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Quali sono le patologie che può curare la Rieducazione Propriocettiva?
La Rieducazione Propriocettiva associa un’indiscussa efficacia degli esercizi terapeutici al miglioramento del benessere posturale e quindi alla prevenzione di eventuali disturbi statici (equilibrio) e dinamici (deambulazione).
Questa tecnica, ormai riconosciuta a livello clinico, si basa sulla Piramide di Panjabi, una teoria elaborata circa 30 anni fa, secondo cui il benessere e la funzionalità di un’articolazione dipendono da 3 elementi, che sono:
• anatomia:comprendente dimensioni, forma, struttura dei margini articolari, coinvolgimenti tendinei, capsulari e legamentosi;
• funzionamento: relativo alla forza della muscolatura coinvolta;
• propriocezione: che si collega alla coordinazione del movimento.
Dal punto di vista anatomico esiste uno stretto rapporto morfo-funzionale tra il sistema di controllo nervoso encefalico, il sistema attivo muscolare e quello passivo legamentoso e osteo-articolare (che funziona soltanto se sollecitato dai muscoli).
È anche da questa triade anatomica che dipende l’efficacia di qualsiasi programma di Rieducazione Propriocettiva.
I principali disturbi che possono essere trattati con le tecniche propriocettive sono i seguenti:
- Stiramenti muscolari;
- Distorsioni alla caviglia;
- Traumi alla spalla;
- Problemi al ginocchio;
- Artrosi cervicale;
- Sciatalgia;
- Scoliosi dolorosa;
- Traumi lesivi in varie parti del corpo;
- Dopo interventi chirurgici;
- Tendinite Achillea;
- Artrosi;
- Osteoporosi;
- Sclerosi multipla;
- Riabilitazione post-ictus;
- Morbo di Parkinson.
I casi più comuni di riabilitazione propriocettiva sono i seguenti:
- Rieducazione Propriocettiva della caviglia, che è indicata in caso di distorsioni, infortuni piuttosto frequenti tra gli sportivi, e caratterizzati dall’insorgenza di dolore acuto e persistente.
Grazie all’impiego di una pedana propriocettiva è possibile accorciare notevolmente i tempi di recupero e riacquistare la completa funzionalità articolare.
Gli esercizi indicati devono essere progressivi, in quanto inizialmente il dolore non permette di forzare la zona: pertanto è consigliabile trattare l’articolazione con prove statiche e con un’equa distribuzione del carico, seguiti poi da esercizi dinamici.
Dapprima quindi bisogna eseguire soltanto esercizi di scarico (fase iniziale), poi esercizi a carico limitato (fase intermedia) e alla fine esercizi a pieno carico (fase conclusiva);
- La Rieducazione Propriocettiva della spalla è indicata dopo traumi (soprattutto lussazioni e sublussazioni), operazioni oppure per migliorare la forza e il controllo dei movimenti.
Gli interventi di propriocezione devono essere perfettamente mirati alle singole esigenze, avendo cura di impostare sempre un programma graduale e progressivo, per non caricare troppo la zona anatomica.
In questi casi risulta fondamentale selezionare le aree propriocettive di maggiore rilevanza, dato che in questa porzione anatomica sono inseriti alcuni dei più importanti fasci muscolari di tutto il corpo;
- La Rieducazione Propriocettiva delle ginocchia è molto delicata perché queste articolazioni già in condizioni fisiologiche richiedono cure particolari essendo continuamente sottoposte a carichi ponderali estremi.
Il ginocchio inoltre deve disporre della massima mobilità, poiché è un cardine della possibilità non soltanto di deambulare correttamente, ma anche di mantenere la stazione eretta in assenza di movimento.
I propriocettori sono costantemente messi a dura prova, anche in conseguenza del fatto che le strutture articolari sono molto ticche di liquido sinoviale, che da un lato minimizza gli attriti, ma d’altro lato aumenta la complessità operativa.
Anche in questo frangente è pertanto necessario intervenire con gradualità;
- La Rieducazione Propriocettiva Posturale presuppone l’esecuzione di movimenti specifici e personalizzati che servono per migliorare l’elasticità di muscoli, tendini e legamenti, per ottimizzare l’operatività delle articolazioni e quindi dell’intero scheletro.
Le finalità di questa tecnica sono relative a interventi riabilitativi post-infortunio, ad attività sportive, alla prevenzione di numerosi disturbi osteo-articolari r muscolo-tendinei, al potenziamento della lubrificazione delle articolazioni e al miglioramento delle funzioni cardio-vascolari e respiratorie.
È ormai noto che una corretta postura si riflette sull’intero organismo, aumentando il suo benessere psico-fisico.
Come può migliorare la stabilità e la Postura?
I benefici della Rieducazione Propriocettiva sono numerosi e consentono innanzi tutto di migliorare la coordinazione dei movimenti (sia in pazienti affetti da turbe motorie, sia in persone sane a scopo preventivo).
Un simile approccio riabilitativo contribuisce infatti a potenziare la sicurezza del movimento, ad attivare i riflessi anti-gravitazionali, a rinforzare i muscoli stabilizzatori e a contrastare l’incurvamento del rachide.
Questa riabilitazione è indicata in presenza di sintomi dolorosi provocati da una riduzione delle capacità motorie soprattutto di alcune articolazioni, come caviglia, ginocchia, spalle e anche.
Tutte le volte in cui tali parti anatomiche hanno subito fasi di ipofunzionalità e non sono quindi più operative al 100% è sempre consigliabile servirsi della Rieducazione Propriocettiva che offre miglioramenti significativi già dopo poche sedute.
Potenziare l’equilibrio e calibrare le forze muscolari sono i due principali obiettivi di questa tecnica che, oltre a rendere più stabile la postura, consente anche di realizzare movimenti fluidi e armoniosi.
I muscoli infatti vengono messi nella condizione di lavorare in sinergia, minimizzando il rischio di squilibri contratturali che spesso stanno alla base di numerosi disturbi motori.
La componente neurologica della riabilitazione ortopedica è ormai studiata e considerata da tutti i professionisti che lavorano in questo settore, come ortopedici, fisiatri, fisioterapisti.
I recettori presenti sul corpo svolgono il prezioso compito di informare il cervello sullo stato di movimento oppure di staticità dell’individuo, ottimizzando la sua postura.
La postura dipende da un insieme di meccanismi neurologici, ossei e muscolari la cui interazione consente di mantenere la stazione eretta, di conservare l’equilibrio e di muoversi senza problemi.
Bisogna considerare che il corpo è un perfetto insieme di meccanismi funzionali supervisionate dal sistema nervoso centrale, un apparato che è costantemente informato di qualsiasi evento interno ed esterno.
Un controllo del genere dipende dai recettori, organi sensoriali endogeni ed esogeni da cui partono fibre nervose che, tramite il midollo spinale, arrivano al cervello.
La propriocezione sfrutta un elevatissimo numero di recettori, collegati alle due funzioni principali della postura, che sono l’equilibrio e il movimento.
La rieducazione posturale costituisce un approccio clinico indispensabile nei casi in cui si venga a creare un black-out tra encefalo e apparato muscolo-scheletrico, una condizione che può avere ripercussioni gravissime.
Nella maggior parte dei casi, se non sono insorti impedimenti derivanti da patologie incurabili, l’intervento riabilitativo della propriocezione consente di risolvere situazioni apparentemente irrecuperabili.
Chi ha problemi vertebrali di natura posturale, prima di sottoporsi a eventuali interventi chirurgici invasivi, può seguire un programma di Rieducazione Propriocettiva che, tra l’altro, può migliorare anche il controllo della respirazione diaframmatica e toracica.
Grazie alla Ginnastica Propriocettiva è possibile acquisire stabilità e migliorare la postura, potenziando equilibrio e coordinazione in posizione eretta, prona e supina.
Per chi ha subito infortuni di varia eziologia, gli esercizi di recupero e di rinforzo della muscolatura spesso ipotonica basati sulla propriocezione si rivelano particolarmente efficaci e, in molti casi, risolutivi.
Bisogna inoltre considerare che simili esercizi posturali non sono invasivi, non provocano dolore, non hanno particolari controindicazioni e offrono un immediato sollievo a dolore e affaticamento.
La mancanza di equilibrio, che spesso è associata a vertigini e capogiri e che può derivare da moltissime cause, può essere risolta in modo completo mediante un programma di rieducazione propriocettivo personalizzato che, oltre ad eliminare il sintomo, è in grado anche di rinforzare la componente muscolare statica.
Molto spesso succede che alcune professioni diventino incompatibili con il benessere psico-somatico degli individui che si trovano costretti a mantenere posizioni sbagliate per molte ore, fino a sviluppare vere e proprie patologie.
Chi svolge attività sedentarie, rimanendo seduto davanti a uno schermo per tutta la giornata, può incorrere in problemi posturali piuttosto significativi, tra cui l’artrosi cervicale (causata dalla protrusione del capo in avanti), la sciatalgia (derivante dalla tendenza spostare anteriormente la schiena) e disturbi circolatori (provocati dall’immobilità).
In simili situazioni è possibile intervenire efficacemente agendo sui propriocettori, la cui corretta stimolazione mediante strumenti specifici, stimola il corpo a reagire per riacquistare il benessere.
Le donne in menopausa spesso soffrono di instabilità posturale provocata dalla carenza di estrogeni che influisce sia sulla forza muscolare (astenia ipotonica) che sulla demineralizzazione ossea (osteoporosi).
Pertanto, anche senza ricorrere all’assunzione di farmaci, un mirato programma di rieducazione posturale può rivelarsi risolutivo, contribuendo anche a stabilizzare il baricentro che spesso viene alterato da eccessivi carichi ponderali (derivanti dal sovrappeso).
Come si fa e quali sono i professionisti che la eseguono?
Piccoli traumi sportivi, incidenti domestici, cadute impreviste sono soltanto alcuni casi in cui può essere utile seguire un corso di Rieducazione Propriocettiva che non richiede nessuna esperienza, ma soltanto la disponibilità ad affidarsi a professionisti del settore.
Trattandosi di tecniche altamente specializzate è infatti necessario evitare i metodi approssimativi “fai da te”, che potrebbero provocare danni piuttosto consistenti.
Pertanto è opportuno rivolgersi a personale qualificato, in grado di accompagnare il paziente in un percorso terapeutico articolato e personalizzato, anche sfruttando specifici attrezzi.
Simili strumenti tendono a mettere “a rischio” in maniera controllata l’equilibrio e la stabilità del paziente, che soltanto in questo modo può riacquistare le sue attitudini fisiologiche.
Pertanto è indispensabile fare riferimento a terapisti competenti ed esperti che, spesso sotto la guida di ortopedici o fisiatri, possono impostare programmi individuali di Rieducazione Propriocettiva, da eseguire inizialmente presso ambulatori medici e in un secondo tempo anche a domicilio.
Il risultato finale di un simile percorso dipende essenzialmente dalle competenze degli operatori che devono essere preparati in modo tale da poter discriminare le varie tipologie di esercizi posturali da proporre ai pazienti.