I difetti posturali, e tutti i sintomi e i problemi che ne conseguono, non sono sempre e soltanto di esclusiva origine organica o fisiologica. Molto più spesso di quanto non si pensi, infatti, i dolori muscolari dovuti a una postura sbagliata sono causati da fattori psicologici ed emozionali. Le emozioni sono direttamente coinvolte nel benessere fisico e nella salute in generale e, quando prendono il sopravvento, possono trasformarsi in vere e proprie patologie, caratterizzate sia da eventi acuti che dalla tendenza a cronicizzare. La diagnosi differenziale tra dolori fisici e psicosomatici può risultare particolarmente difficile e complicata. In questo articolo cercheremo di fare chiarezza e di comprendere quanto le emozioni e i sentimenti possano influire sulla salute.
La connessione corpo-mente: le emozioni si sentono e si fanno sentire
Quando si parla di malattie idiopatiche, ossia la manifestazione di determinati sintomi senza che test diagnostici ed esami riscontrino effettive anomalie organiche, si tende a liquidare l’argomento dando la colpa all’ansia o alla psiche. In realtà non è esattamente così. Le emozioni, gli stati d’animo, i pensieri inconsci e l’emotività giocano un ruolo fondamentale sulla salute e sono in grado di creare dei veri squilibri a diversi livelli.
Ad esempio:
- la rabbia repressa può essere responsabile di cefalee, emicranie e disturbi digestivi come colon irritabile, stitichezza o diarrea ma anche vomito, reflusso gastroesofageo e intolleranze;
- le emozioni positive favoriscono la produzione di endorfine e del cosiddetto ormone della felicità, l’ossitocina, in grado di regalare sensazioni di benessere, energia e voglia di fare;
- la tristezza e la depressione rallentano tutte le funzioni metaboliche, favorendo il sovrappeso e l’obesità, nonché la sindrome metabolica e l’insulino-resistenza;
- la paura è spesso responsabile di attacchi di panico che, se non correttamente gestiti, possono trasformarsi in ansia grave e depressione cronica;
- lo stress e la sensazione di sentirsi sotto-pressione fa aumentare i livelli di cortisolo nel sangue, dando il via a una serie di sintomi fastidiosi ma difficilmente diagnosticabili come insonnia, ritenzione idrica, pelle spenta e capelli fragili, stanchezza cronica.
È, quindi, ufficiale: la connessione mente-muscolo ha un ruolo importante sulla salute e un impatto forte sul fisico. Alcuni disturbi e dolori, anche se non hanno una causa organica, dipendono dalle emozioni e dalla capacità soggettiva di gestirle e modularle. Questo vale anche per i dolori muscolo-scheletrici.
I dolori muscolari e la postura
La maggior parte delle sindromi dolorose croniche a livello muscolo-scheletrico dipendono da una postura sbagliata.
Ad esempio:
- i dolori cervicali, spesso associati anche ad emicrania o addirittura ad emicrania con aura, sono tipici di chi trascorre molte ore al pc, utilizzando una seduta non idonea o assumendo una posizione scorretta;
- il mal di schiena può dipendere dall’incapacità di eseguire dei movimenti o di movimentare carichi in maniera corretta o dal riposo su un materasso di scarsa qualità, che non consente di mantenere una posizione salutare mentre si dorme;
- le sciatalgie e le lombosciatalgie sono comuni in chi trascorre molto tempo in piedi o utilizza calzature scomode.
Tuttavia, la postura è fortemente influenzata dalle emozioni, sia quelle che si provano improvvisamente, o solo in certe occasioni, sia quelle croniche, profonde, difficili anche da individuare e analizzare.
Emozioni e postura: uno stretto legame
Per comprendere meglio e capire più specificamente come sia possibile che gli stati d’animo e l’emotività possano influenzare la postura fino al punto da provocare dolori anche gravi e cronici, è necessario fare qualche semplice e pratico esempio.
1. Quando si è interessati a qualcosa, attenti, si tende a tenere la testa dritta e leggermente inclinata verso l’interlocutore o l’oggetto da cui siamo attratti.
2. Se ci si sente tristi, stanchi, depressi, si tende a camminare incurvando la schiena e guardando a terra, alzando il meno possibile i piedi dal suolo.
3. In caso di nervosismo si contraggono i muscoli, si chiudono le mani a pugno.
4. Nei momenti di rabbia esplosiva e cieca si tendono i muscoli del collo, si serrano le mascelle, si ritraggono inconsapevolmente le dita dei piedi o si contraggono alcuni muscoli in modo spasmodico e violento.
5. Chi si sente annoiato e demotivato tende a lasciarsi andare, a sedersi in maniera scomposta, assumendo posizioni scorrette e rischiando strappi o contratture.
Se una o più di queste emozioni è predominante in un soggetto diventa un atteggiamento, un’abitudine e si manifesta con l’assunzione di posture e modi di muoversi e deambulare che, a lungo andare, sfociano in vere e proprie patologie dolorose e croniche a livello muscolare e osteo-articolare. Per questo si dice che le emozioni si iscrivono sui muscoli: perché tante più volte uno stato d’animo determina l’assunzione di una postura tanto più si alza il rischio che quella posizione diventi un’abitudine consolidata e protratta nel tempo, provocando, infine, una vera e propria sindrome cronica dolorosa e molto complicata da diagnosticare e curare. Il blocco emozionale e quello muscolare
Esiste una condizione psicofisica particolarmente grave dell’emozionalità correlata alla salute muscolare ed è il blocco. Il blocco emozionale avviene quando un’emozione esplode in maniera così violenta e forte da annientare, completamente, tutte le altre, che sarebbero utili a gestire quella principale.
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Facciamo un esempio
Un forte spavento può letteralmente paralizzare una persona. Tuttavia, la mente umana ha una capacità di auto-difesa molto elevata e, in caso di terrore, permette all’individuo di contrastare la paralisi emotiva sviluppando altre emozioni, come ad esempio la rabbia, che aiuta a reagire, o la razionalità, utile per ridimensionare l’evento scatenante. In alcuni casi, però, questo meccanismo difensivo non funziona, in quanto la paura, cioè l’emozione predominante, è talmente forte e coinvolgente da bloccare completamente le funzioni cognitive e reattive. In questo caso anche il corpo segue l’emozione e può accadere che si contraggano i muscoli in maniera così intensa da provocarne la contrattura e il blocco. Può accadere anche in caso di rabbia, di estrema depressione o tristezza. In alcuni casi anche un’emozione positiva può essere così coinvolgente da bloccare chi la prova a livello psicofisico. Pensiamo, ad esempio, agli atleti che vincono una gara importante e, per esultare e sfogare tutta la loro felicità, perdono la capacità di controllare i muscoli e si provocano uno strappo.
Patologie e dolori muscolari legati alle emozioni
Facciamo una carrellata di tutti i più comuni sintomi, che possono diventare, nel tempo, patologie croniche posturali, potenzialmente legati a una scorretta gestione dell’emotività.
- Mal di testa, emicrania tensiva con o senza aura. Le cefalee dipendono spesso da una scorretta postura mentre si lavora al pc o si sta seduti. Le persone che soffrono di ansia da prestazione rispetto al proprio lavoro, che hanno paura di sbagliare o di non riuscire a rispettare i tempi, tendono a lavorare al pc inclinandosi verso lo schermo con le spalle e il capo. Questa posizione, abbinata alle luci del display, è responsabile della maggior parte dei casi di cefalee muscolo-tensive e di fenomeni di aura.
- Dolore cervicale. È il tipico dolore che parte dal collo e si irradia alle spalle e al capo, provocando anche cefalee molto intense, spesso accompagnate da nausea e vertigini. È molto comune nelle persone nervose che, anche inconsapevolmente, digitano al pc a scatti e muovono il collo rapidamente per girare la testa a destra e sinistra.
- Infiammazione del nervo trigemino. Si tratta di una condizione estremamente dolorosa che provoca fitte di tipo trafittivo, simili a coltellate, al volto, ai lati del naso o all’altezza della mascella. Questa patologia può essere correlata ad emozioni rabbiose, che portano a serrare spesso i denti, infiammando così i grandi nervi del viso.
- Mal di schiena. Può dipendere sia da una seduta scorretta sia da una postura non idonea durante la deambulazione o quando si sta in piedi. Emozionalmente può essere correlata a stati d’animo di bassa autostima, paura, depressione, tristezza.
- Sciatica, sciatalgia o lombosciatalgia. È un disturbo che ha, come sintomatologia, dolori forti e ingravescenti che partono dal centro della bassa schiena e si irradiano al gluteo e alla gamba. Generalmente interessano solo un arto ma, nei casi peggiori, possono estendersi ad entrambi, rendendo difficile stare in piedi e camminare. A livello emozionale si correlano a stati d’animo nervosi e stressati, che portano a camminare velocemente, in maniera scattosa, poco fluida, contraendo continuamente i muscoli addominali e lombari per sostenere la velocità innaturale del proprio movimento.
- Dolore ai polpacci e alle estremità, cioè mani e piedi. La rabbia, soprattutto se non ben gestita, fa eseguire inconsapevolmente dei movimenti che consistono nel ritrarre le dita dei piedi e stringere le mani a pugno. Questo può provocare dolori cronici a mani, polsi, pianta del piede, caviglia e polpaccio.
Come si diagnostica un disturbo muscolare di tipo emozionale
Quando si ha un dolore muscolare o osteo-articolare in fase acuta, a prescindere dalla sua causa, è necessario intervenire con i farmaci. Parliamo di antidolorifici e antinfiammatori da banco, da prendere per bocca o per uso topico, in base alle caratteristiche del dolore, alla sua gravità e al consiglio del farmacista. Quando, però, il dolore non scompare dopo pochi giorni di trattamento è necessario indagarne le cause e andare ad agire su quelle, perché significa che il sintomo sta cronicizzando, trasformandosi in una potenziale patologia. Una volta escluse cause organiche di dolore, tramite radiografia o ecografia della zona interessata, la diagnosi differenziale è molto semplice da ufficializzare: si tratta di dolore da postura. Che, a sua volta, può dipendere da una difficoltà di gestione delle emozioni.
La terapia dei disturbi posturali causati dalle emozioni
Il disturbo posturale emozionale deve essere trattato come tutti i dolori causati dalla postura scorretta. Pertanto è necessario rivolgersi a un fisioterapista e intraprendere un percorso di rieducazione posturale. La fisioterapia si articola in due fasi: le manipolazioni, i massaggi e gli esercizi specifici per lenire il dolore e la didattica posturale, ossia una serie di consigli su come camminare, stare seduti, dormire, movimentare carichi ed eseguire allenamenti fisici. L’abbinamento di queste due tecniche permette di curare il dolore muscolare e prevenirne la recidiva, poiché imparando a tenere una postura corretta in tutte le occasioni si elimina la causa del problema che, di conseguenza, non si presenterà più. Quando ci si accorge che la postura scorretta è determinata da sensazioni intrinseche, atteggiamenti caratteriali, emozioni non ben gestite, è necessario abbinare al percorso di fisioterapia anche alcune sedute di psicoterapia. Questo servirà a scavare a fondo nella propria emotività, individuare le emozioni negative o difficili da gestire e instaurare un percorso di consapevolezza per riuscire a convivere con la propria emotività senza che essa si trasformi in un pericolo per la salute tanto fisica quanto mentale. Una terapia psicologica è molto utile per imparare a non perdere più la bussola delle emozioni e riuscire a trovare un proprio equilibrio psicofisico.
Come affrontare un blocco muscolare ed emotivo
In caso ci si trovi a dover affrontare un vero e proprio blocco, il protocollo terapeutico resta lo stesso ma sarà personalizzato e più intenso e specifico. Laddove ci sia un blocco totale di un gruppo muscolare bisognerà intervenire con una terapia farmacologica abbinata alla fisioterapia fino alla risoluzione del problema e al ripristino della funzionalità muscolare. Se il blocco muscolare è dipeso o correlato a un black-out emozionale sarà ancora più importante sottoporsi a una terapia multidisciplinare, che coinvolga sia il fisioterapista che lo psicologo, in modo da affrontare il blocco fisico e psicologico su due fronti.
Riuscire a stabilire una corretta connessione mente-muscolo, e prevenire così i dolori posturali causati dall’emotività, è possibile. L’importante è riconoscerli tempestivamente e non trascurarli. Agire su un problema nelle prime fasi, quando i sintomi sono ancora leggeri e gestibili, aiuta a non far cronicizzare il dolore e a risolverlo prima e con risultati più soddisfacenti e durevoli nel tempo.