Un gesto semplice e naturale come quello della deglutizione nasconde in realtà un vero prodigio della natura. Sono addirittura 28 i gruppi muscolari coinvolti in questo semplice meccanismo, che in tutto compiamo in circa 10 secondi. Un gesto scontato appunto, ma che per alcune tipologie di persone non lo è affatto. Ingerire il cibo, processo indispensabile alla sopravvivenza, può essere invece difficoltoso per chi soffre di disfagia, cioè della difficoltà di deglutire, sia cibi solidi che liquidi. Per aiutare questi soggetti esistono fortunatamente diversi approcci, uno dei quali, certamente il più promettente, risulta essere l’approccio posturale. Allo stesso tempo la deglutizione, se scorretta anche senza arrivare a forme patologiche, può influire in modo negativo sulla postura. Una postura scorretta e compromessa, come in un circolo vizioso, può a sua volta sfociare in emicrania o mal di denti. È proprio ciò di cui parleremo in questa dettagliata guida, e cioè del rapporto stretto tra deglutizione e postura per scoprire come impostare quest’ultima in maniera funzionale.
Disfagia: cos’è e da cosa dipende
Come abbiamo detto, la deglutizione è uno dei gesti più automatici che si compie centinaia di volte al giorno, e in genere nemmeno ci accorgiamo di compierlo. Questo dipende da due motivi: innanzitutto perché gran parte di questo gesto è involontario, e in secondo luogo perché se dovessimo fare attenzione ad ogni processo che il nostro corpo compie non ci rimarrebbe tempo per fare altro.
Solo quando intervengono dei disturbi specifici, si apprezza qualcosa che non si riesce più a fare o che si fa con difficoltà. La disfagia è proprio la disfunzione di questo processo automatico, per il quale vengono a mancare i particolari meccanismi che servono per inghiottire. Questi meccanismi coordinano in situazioni normali sia i muscoli che i nervi che servono per deglutire, e che sono impiegati nella fase volontaria ma anche in quella involontaria della deglutizione stessa.
Il primo passaggio di tutto il processo è quello volontario, in cui si usa la lingua per spingere il cibo o il liquido verso la faringe.
È da questo momento che il processo diventa involontario, non potendo più essere controllato. Si capisce come sia importante che tutto avvenga nel modo corretto, perché se il cibo o il liquido prendessero una strada diversa da quella verso l’esofago, si rischierebbe lo strozzamento.
Proprio in questo importante caso si nota lo stretto legame tra la postura e il processo dell’inghiottimento, perché tra le varie strategie riabilitative impiegate per riprendere il possesso di un normale meccanismo di deglutizione, c’è proprio quella posturale.
Quali sono i fattori che influiscono sulla deglutizione
Oltre alla disfagia, che come abbiamo visto è una disfunzione del processo di deglutizione, ci sono molti fattori che intervengono su questo meccanismo. Vediamoli brevemente per concentrarci poi su quello che è l’oggetto della presente guida, e cioè la postura, come ogni bravo Posturologo sa bene.
I fattori che possono interferire con l’inghiottimento sono:
- il bolo alimentare: si tratta in sostanza di ciò che viene ingerito. Più è cospicuo il volume di quello che si inghiotte, più la lingua rimane alzata per agevolarne il transito. Chi ad esempio soffre di patologie neurologiche che comportano scarsa o assente salivazione, ha difficoltà ad ingerire il cibo;
- temperatura: la temperatura del cibo può diminuire la soglia della deglutizione, come accade quando si tocca con un cubetto di ghiaccio la parte anteriore delle tonsille;
- età: nei soggetti di età avanzata può capitare spesso che il tempo necessario per inghiottire aumenti. Si vede infatti con frequenza una persona anziana tenere il cibo in bocca per diversi secondi prima di mandarlo giù. Questo è vero sia per la ridotta salivazione che per la forza dell’impianto dentale;
- postura: qui entriamo nel vivo dell’argomento, considerando che la postura del capo e del corpo vengono spontaneamente impiegate per facilitare il processo del deglutire. Ecco perché la postura viene usata per aiutare chi ha difficoltà in tal senso, ma ecco anche perché chi deglutisce in modo sbagliato può al contrario influire negativamente sulla postura.
Si parla in questo senso di posture di compenso, per intendere alcune posizioni che vengono impiegate ed insegnate affinché il cibo e i liquidi compiano il loro tragitto in modo funzionale e soprattutto sicuro.
L’importanza di una postura corretta per il buon funzionamento dell’organismo
Mal di testa, emicranie, dolori ai denti, ma anche stomatiti e perfino ernie. C’è tutta una serie di disturbi che gli odontoiatri conoscono molto bene e che invece non vengono mai relazionati ad una causa comune, la scorretta postura del corpo. Ma come può la posizione che assumiamo interferire con processi del genere, a cominciare proprio dalla deglutizione?
Si deve sempre considerare che per avere un buon funzionamento, il corpo deve trovarsi in equilibrio, nel vero senso del termine. L’equilibrio ideale sarebbe quello detto “al filo a piombo”. Si immagini la testa in perfetto allineamento sul tronco, appunto come se ci fosse un filo tirato. Le orecchie dovrebbero essere quindi parallele alle spalle.
Se questo non avviene accade che l’asse verticale del corpo viene a mancare, e le spalle non si trovano più parallele al piano orizzontale immaginario formato dal bacino. Il corpo umano, in quanto macchina straordinaria, compensa generalmente questo squilibrio, almeno all’inizio, e non si avvertono sintomi specifici. Quando però la postura è troppo sbilanciata per troppo tempo, cominciano i disturbi, che possono arrivare anche all’artrosi.
Qui notiamo un ulteriore punto di contatto tra postura e deglutizione. Affinché infatti ci sia l’equilibrio di cui abbiamo parlato, tutta la bocca svolge un ruolo importante e può andare ad inficiare la postura. Se la deglutizione avviene in maniera scorretta, i denti non sono più allineati ad esempio. Questo crea una sorta di corto circuito nel cervello che controlla l’area motoria, con scompensi appunto nella motricità e nella gestione del corpo, di cui la postura è espressione finale. Il corpo reagirà disallineando anche le mascelle, per cercare di compensare il mancato allineamento dei denti. Questo a sua volta, come in una cascata, farà spostare le spalle. Da qui si passerà al tronco, con una muscolatura disallineata che potrà interessare anche le anche e il bacino.
Da qui passiamo dunque al tema del prossimo paragrafo, che è quello della relazione tra i professionisti del settore, e cioè i dentisti e i posturologi.
L’alleanza tra dentista e posturologo.
Sempre più spesso, man mano che aumentano le conoscenze sull’argomento, si crea una sodalizio efficace tra i dentisti e i posturologi, cioè tra coloro che conoscono e lavorano sulla deglutizione e la postura.
Il posturologo interviene in genere effettuando una prima visita accurata al paziente, nella quale esegue dei test specifici che gli occorrono per comprendere da cosa dipenda la postura scorretta. Da qui potrà quindi stabilire dei piani di correzione posturale.
Ci sono quindi diverse posizioni che possono essere insegnate che non solo riequilibrano la postura stessa, ma che hanno come conseguenza quella di essere impiegate durante la deglutizione per favorirla. Vediamole:
- testa flessa: in questo caso la persona deve deglutire appunto con il capo flesso in avanti. La postura serve tecnicamente per restringere le vie aeree e aiutare la deglutizione che soffre di aspirazione. Ne sono affetti quei soggetti che tendono ad ingerire molta aria prima di inghiottire o che tengono in bocca il cibo per molto tempo facendo quindi entrare aria;
- testa ruotata: in questo caso si tratta di deglutire con la testa ruotata verso sinistra o verso destra. La postura serve per evitare che il bolo alimentare cambi direzione nei casi di cosiddetta paralisi faringea unilaterale. Si capisce quanto possa essere importate una semplice postura proprio da questi esempi;
- testa iper-estesa: in questo caso il paziente deve deglutire, come dice il nome, con la testa iper-estesa all’indietro. Chi ha una peristalsi della lingua ridotta o compromessa trova giovamento da questa posizione perché la postura stimola il riflesso deglutitorio;
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Gli studi scientifici che confermano l’importanza della postura
Gli effetti della postura sulla deglutizione sono sempre più studiati ma non ancora noti del tutto. Ecco perché risultano di particolare interesse gli studi che se ne occupano. Uno di questi è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista specializzata ‘Physiology and behavior’. In questa ricerca si è voluto proprio analizzare l’effetto della postura sulla deglutizione, e in particolare sulla disfagia. Il disturbo è frequente negli anziani con patologie come l’ictus, o ancora l’Alzheimer, o il morbo di Parkinson. Tuttavia anche soggetti giovani che soffrono ad esempio di sclerosi multipla possono soffrirne.
Quando si parla di deglutizione si parla innanzitutto di un processo diviso in varie fasi:
- prima fase anticipatoria
- seconda fase di preparazione extra orale
- terza fase detta buccale
- quarta fase, quella orale vera e propria
- terzultima la fase faringea
- poi c’è fase esofagea
- infine il processo si conclude con la fase gastrica.
Quando si passa alla faringe, il movimento diventa involontario.
Il ruolo della postura non va sottovalutato perché le complicazioni della disfagia possono portare anche a polmoniti, fibrosi, senza contare la malnutrizione e nei casi più gravi il decesso.
Ecco perché la posturologia si inserisce all’interno di un approccio multidisciplinare che prevede il coordinamento di diverse figure.
In ogni caso si da sempre la precedenza al lavoro del Posturologo, che deve valutare la posizione del tronco e della testa. Ecco cosa deve valutare il Posturologo:
- la postura generale del corpo;
- qual è il controllo del soggetto sulla testa e sul tronco;
- quanto il paziente si affatica e al contrario quanto resiste in una certa posizione;
- se i muscoli e lo scheletro sono in buon equilibrio;
- se i muscoli lavorano bene;
- se le parti del corpo sono in una relazione corretta;
Lo scopo è portare il soggetto alla cosiddetta posizione neutra, cioè quella in cui l’addome, il tronco e gli arti inferiori sono allineati. Questo permetterà agli organi interni di funzionare a dovere e di non avere scompensi.
Anche la postura da seduti rientra però in questa valutazione.
Infatti per deglutire correttamente anche da seduti, la testa deve essere allineata al tronco in modo ottimale. Ci si dovrebbe sedere mantenendo i piedi ben saldi a terra. Devono cioè arrivare a toccare il pavimento con le piante. L’angolo tra la sedia e le ginocchia dovrebbe essere di circa 90 gradi, e l’inclinazione della sedia non dovrebbe superare i 10 gradi.
Anche le braccia dovrebbero poggiare sui braccioli in modo comodo, in maniera che le spalle siano allineate.
Si provi a fare un semplice esperimento pratico: si provi a masticare un pezzo di cibo con la testa eretta e poi con la testa estesa. Si sentirà subito come nel secondo caso la muscolatura del collo si affatichi.
Da qui quindi sono state stilate alcune linee guida nella riabilitazione posturale implicata nella deglutizione. Vediamole.
Linee guida della riabilitazione posturale
Come prima cosa il Posturologo procederà con quello che si chiama addestramento cinestesico. Il soggetto deve cioè essere informato sui concetti di postura e di cosa significhi assumere una postura scorretta.
In secondo luogo l’operatore potrà aiutare il soggetto a capire quale relazione c’è tra un sintomo apparentemente non pertinente con una postura scorretta.
A questo punto si potrà passare alle tecniche specifiche per aumentare la mobilità di muscoli e articolazioni, aiutando di conseguenza il soggetto a sviluppare un miglior controllo neuromuscolare.
Il Posturologo dovrà poi essere bravo a valutare quanto l’ambiente in cui vive il soggetto sia ergonomico o al contrario disfunzionale, e a capire come fare per migliorarlo.
Sarà sempre utile aiutare il soggetto a gestire lo stress con tecniche di rilassamento, insegnandoli poi alternativi stili di vita più salutari sia per la postura che per la sua qualità di vita.
Infine un buon Posturologo saprà che la postura è influenzata da tre fattori, che sono:
- fattore passivo, composto dalle ossa e dai legamenti;
- fattore attivo, composto dai muscoli;
- fattore neurologico, influenzato a sua volta dai meccanismi periferici e centrali del sistema nervoso.
Un altro importante studio in tal senso è quello dal titolo ‘Effect of posture on swallowing’. In questa ricerca gli sperimentatori hanno usato un approccio diverso da quello citato in precedenza. In questo studio infatti non si è studiata la disfagia conclamata, ma la percezione che i soggetti possono avere della propria deglutizione in diverse posizioni. Si è studiata cioè la difficoltà di deglutire autopercepita.
I soggetti della ricerca erano quasi 200 adulti sani, con un’età compresa tra i 20 e i 40 anni, tutti maschi. Dovevano deglutire 25 ml di acqua mentre assumevano posture diverse, alcune delle quali molto scomode.
Le posizioni erano da seduti, poi da seduti ma con il collo piegato, poi ancora da seduti ma con il collo esteso e infine a terra sdraiati con la pancia in su. Dopo aver deglutito dovevano esprimere un giudizio con un voto che andava da 0 a a10, dove a 0 corrispondeva il non sforzo per inghiottire e 10 era la fatica massima per compiere il gesto.
Ebbene, quello che si è visto in questo studio fu che quando si deglutiva l’acqua da seduti con la testa allineata al tronco, questa era la postura migliore e che non comportava sforzi o dolori e nemmeno tensioni.
Invece, quasi tutti, quando deglutivano con la testa estesa, mimavano una sorta di disfagia fisiologica, come se fosse affetti appunto da disfagia ma provocata solo dalla postura. Questo è stato il primo dato importante tratto dalla ricerca.
Quando il collo era esteso infine, si è visto che nei soggetti si allargava in maniera meccanica la laringe, mentre il cibo veniva inghiottito più rapidamente. Questa postura quindi aumenta il rischio di inalare liquidi.
Un altro aspetto importante che è derivato da questo studio, è stato il seguente.
Si è visto che ogni soggetto, quando si trovava a dover deglutire in una posizione scomoda, tendeva a compensare la postura a modo suo. Chi spostava leggermente il capo, chi si muoveva, chi ruotava il collo anche se in maniera impercettibile.
Questo dato si è sommato dunque al precedente per dare la chiave di volta agli operatori del settore, che si può riassumere nel seguente modo: quando si assume una posizione scorretta si può interferire con il processo della deglutizione. Quando ciò accade il corpo umano tende a compensare in modo peculiare alla persona.
Il Posturologo dovrà quindi capire come ogni persona compensa in una situazione di disagio, quali sono le sue caratteristiche posturali, in quali posizioni si sente più a suo agio e come reagisce il suo corpo.
Solo così l’operatore serio potrà studiare insieme al soggetto una strategia di riabilitazione posturale che sia corretta ma anche soprattutto mirata.